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PREMIO SFIDA PANZANELLA, EXPO RURALE 2014: UNA GIORNATA NELLA CUCINA DEL RISTORANTE STELLATO L'ORA D'ARIA, FIRENZE

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Firenze, 16 ottobre 2014, la data concordata per ritirare il mio premio, ovvero una giornata intera nella cucina dell' Ora d'Aria, ristorante insignito di una stella Michelin già nel 2011, guidato dal bravissimo e simpatico chef Marco Stabile che ho già immortalato più volte sia su Insalata Mista che su Poverimabelliebuoni qui e qui. Eccomi ritratta, a conclusione di una giornata semplicemente strepitosa, letteralmente "schiacciata" da questi grandi professionisti, di nome e di fatto!!! Da sinistra a destra: Andrea, ai primi piatti, Pasquale, sous chef, ai secondi, Marco, lo chef, la sottoscritta, Michele, pasticcere e panificatore, Elena, antipasti.
 
Ma partiamo dall'inizio. Tutto è partito con la vittoria della sfida panzanella, organizzata da Expo Rurale 2014 Firenze, il 23 settembre. Questo il mio piatto vincente, fra le quattro panzanelle che avevo proposto: PANZANELLA MORBIDA E CROCCANTE CON IL SUO SORBETTO
 
La manifestazione era stata seguita  addirittura dalla RAI2 che gli ha dedicato in seguito un bello spazio nella trasmissione Eat Parade. Qui il video relativo a Expo rurale e alla sfida panzanella, dove appaio insieme agli altri due concorrenti, i bravissimi Fabio Campetti di Kamp e Chiara Brandi, Forchettinagiramondo:  https://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&list=UUVexXvFkD420yHucVSO7LXg&v=VvFHJbhi5ks. Bastava questo come premio, no?
 
E no, non voglio rinunciare al vero premio promesso! Parto alla volta di Firenze in treno di primo mattino, mezza stordita  a causa di una tosse noiosa che non mi aveva fatto riposare tutta la notte. Cammino spedita, arrivo trafelata e sudata, questo scirocco marcio che non smette mai, ci sta snervando! Puntualissima, anzi in anticipo di 7-8 minuti arrivo al ristorante che naturalmente è chiuso ma dentro vedo i ragazzi già in lavorazione. Busso al vetro della cucina a vista che si affaccia sulla tristemente famosa Via dei Georgofili,  per via di un attentato scellerato del 1993.  
Qualcuno si accorge di me, è Pasquale che viene ad aprirmi, è al telefono proprio con Marco, gli dice "è arrivata la ragazza che starà in cucina con noi oggi". Mi sta già simpatico: "grazie per la ragazza" (forse non mi aveva ancora vista bene) e mi presento.
L'aria condizionata è a palla, aiuto, sto già messa male. Mi ero portata indumenti puliti e candidi per la cucina anche se non sono dotata di giacchine professionali e mi rifiuto, perché non sono una professionista. Volevo coprire la testa con la mia bandanina d'ordinanza ma mi hanno imposto il loro cappellaccio nero (sembro un clown), poco male però, la bandanina funge da foulard per proteggermi la gola dal freddo dell'aria condizionata, poi non me la sono più levata neanche quando l'atmosfera di cucina si era surriscaldata. Grembiulino EXPO RURALE naturalmente, pronti, via!
 
h 10.00, Marco sta arrivando, è a fare la spesa. Io seguo Pasquale che mi affida un compito delicatissimo: incidere le castagne prima della cottura. Avevano una scorza dura, nonostante lo spelucchino affilattissimo, affondavo la lama a fatica, infatti m'è sgusciata e mi sono subito incisa il pollice, solo superficialmente per fortuna. E intanto si chiacchiera, ci si conosce, intervisto il sous chef, tempestandolo di domande sull'organizzazione del lavoro, sulla gestione delle materie prime etc.. Timido, garbato, dai modi eleganti, risponde ad ogni mia domanda e mi spiega ogni suo gesto e piatto in preparazione. Musica per le mie orecchie e delizia per i miei occhi.
Poi mi affida la selezione e l'imbustamento delle erbe aromatiche che mi impegna per una bella mezz'ora perché quando arriva lo chef, ne porta altre e devo ri-sistemare tutte le buste già preparate.
Si continua a chiacchierare, ognuno impegnato nel suo compito, in un'atmosfera rilassata e serena,  e anche con Marco si mette all'opera a pulire una cassetta di profumati funghi porcini che aveva lui stesso portato.

 
Pasquale prepara il pranzo per lo staff. Ci sediamo tutti insieme verso le h 11.30. Avevo fatto una colazione striminzita alle h 6.45, incominciavo ad avere un certo languorino e poi le fatiche del duro lavoro affidatomi!!!

Dopo il rifornimento, una super porzione di gustosa  insalata di riso ricca di verdure, di nuovo in cucina,  pronta con la macchina fotografica per immortalare ogni dettaglio, il taccuino per segnarmi i piatti e il cucchiaio pronto, hai visto mai che assaggio qualcosina  qua e là.
 
Pasquale dà un'annusata alle triglie arrivate fresche fresche la mattina dall'Argentario
 
 
Un assaggio al ripieno per i ravioli che andranno nella nuova carta la sera stessa e Marco si complimenta con il "bimbo", Andrea, 21 anni, che nonostante l'aspetto tenerone, sfodera una determinazione e una sicurezza notevoli per la sua età!
 
 
 Michele caramella il farro soffiato
 
 
Non sono l'unica ad infortunarmi! Se non c'è rosa senza spine, figurarsi i fichi d'india e Marco se ne conficca una microscopica in una mano che Pasquale cerca di estrarre chirurgicamente dopo aver fallito con le pinzette! Lo sguardo di Marco è scherzosamente eloquente!
 
 
h 12.30, pronti per il servizio, verso le h 13 arriva la prima coppia di clienti e scattano le comande. In sala Imma, Stefano e Fabio, professionali e attenti, fungono da tramite prezioso tra clienti e cucina, attività fondamentale per modulare i tempi di esecuzione e servizio.
Nulla è lasciato al caso, tutto segue un copione ben preparato, in un'armonia e sincronismo perfetti. Regna un'atmosfera serena e apparentemente rilassata, in realtà tutti sono vigili e all'erta, soprattutto lo chef a cui non sfugge nulla.
Chiama la comanda:  "due tapas tartare" , "sì chef", "a seguire, un uovo e un pomodoro candito""sì, chef" risponde forte  Elena che parte scattante con la tartare, io seguo ogni passaggio e tento di immortalare il suo taglio velocissimo
 
 
 
Tartare di carne bovina piemontese marinata nella Pilsner Urquelle, condita con olio evo, sale Maldon e pepe, servita su tavolette di legno, con una quenellina di caviale di tartufo e foglioline di sesamo (mai viste né tanto meno assaggiate, un gusto pazzesco)
 
Arrivano altri clienti, la danza prosegue tra l'elegante  sala e la bella cucina a vista da cui partono gli chef con i piatti, come da loro consuetudine, servono loro  i commensali
 
 
Poi è tutto un susseguirsi di piatti meravigliosi, pura poesia, pure emozioni per mente e palato
 
Crema di porcini, porcini spadellati, polvere di porcini, royale di parmigiano e aria di nepitella
 
Capesante su crema di fagioli, fagioli interi e verdure, olio al prezzemolo, a cui lo chef dà l'ultimo tocco e impiatta personalmente

 
L'uovo in camicia su fondo di vino rosso, carciofi sott'olio e tartufo (l'uovo è cotto con il trucco del sacchettino di pellicola trasparente, anch'io lo faccio così, pensavo fosse per dummies, in realtà è una tecnica intelligente, in tal modo l'uovo rimane sempre perfetto nella forma)
 
 
Lombetto di coniglio farcito, le sue coscine, il suo fegato con pane croccante e fiocchi di cipolle, pesca e crema di peperoni (solo questo vale un viaggio a Firenze!!!) e quella specie di rigatino se non sbaglio è la tarese del Valdarno. Composizione di Elena, come sopra.
 
Continuo? Oh sì....
 
 
Il locale non è pieno, il servizio ha dei tempi tranquilli, Marco invita dunque  Andrea a spiegarmi passo dopo passo la preparazione della sua pappa al pomodoro che mi aveva tanto incuriosito. Il piatto riflette il gusto dello chef di proporre lo stesso ingrediente in cotture diverse, quando anche cotto e crudo insieme. Quindi la pappa diventa : salsa di pomodoro + pomodoro confit + concassé di pomodoro crudo  a cui si aggiunge il pane sia posato, rinvenuto in acqua che croccante, passato in forno (ecco perché l'ho conquistato con la mia panzanella). Un tocco di pimenton gli conferisce un gusto insolito, leggermente affumicato. Impiattato con il suo sorbetto di pomodoro (altro goal a mio favore il sorbetto di panzanella) e aria di basilico. Ripulisco il pentolino, roba da leccarsi i baffi, e chissenefrega del gergo tecnico!!
 
Qualcuno è già al dessert, ecco  Michele all'opera con la sfogliatina ai fichi freschi
 
 
E ancora antipasti 
 
Una genialata alla Stabile (sembra che vada matto per le acciughe), è un krapfen ma non è dolce bensì salato e indovina un po'? con le acciughe salate nell'impasto e la cremina che spunta dal buco è una spuma di parmigiano. Aiutoooooooo
 
 
Che dire di questi micro-gnocchetti di pane con vongoline  e tartufo?  "non sai che pazienza a farli" sottolinea Andrea. Impossibile resistere a tastare il fondo di cottura rimasto, una vera esplosione di gusto in bocca, il tartufo perfettamente integrato con la sapidità della vongola in un connubio inimmaginabile e rischioso, interpretato, inutile a dirsi, con grande equilibrio!
 
 
Jam session Pasquale-Andrea per questo sublime baccalà cotto sottovuoto a bassa temperatura su crema di topinambur, scaglie degli stessi topinambur fritti, ostriche e tocco finale, servito direttamente al tavolo: sorbetto di lime. Da uscire di testa!
 
 
Pasquale alle prese con l'hamburger di carne e pecorino, servito nel panino con la mostarda di pera che gli ho visto fare la mattina stessa, una fetta di pera e una quenelle di puré al pimenton (anche di questo ho seguito la preparazione e saggiato il gusto leggermente piccante e affumicato della spezia spagnola)
 
 
 
Altra performance di Michele: Esperienze, ovvero sabbia di cioccolato, granita al caffè, gelato al lime e aria di nocciole. Una vera esperienza, garantito! Poi mi mostra le immagini dei dolci in carta e me li spiega dettagliatamente, altre esperienze da non perdere......
 
 
Il servizio volge al termine, mi spiace trascurare tanti altri piatti straordinari  che ho visto preparare sotto i miei occhi come il pomodoro candito con burrata, la zuppa di funghi misti, il misterioso brodo di terra, i gamberi rossi, la faraona,  ma il post diventerebbe chilometrico e poi vorrei  infondere a chi legge la  voglia di andarli a scoprire direttamente, io per prima, li voglio assaggiare tutti quanti per bene!!!
 
In men che non si dica, hanno già  liberato i piani di lavoro e iniziano la preparazione per la sera, senza sosta, sono incredula! Io sono stanca solo a guardare, loro sono infaticabili. Vado a cambiarmi, ho un treno da prendere, un orario da rispettare. Li lascio a malincuore verso le h 16.00, sarei rimasta fino a notte fonda per vedere anche come cambia il servizio della sera a cui si aggiungono infatti altre tre persone ma devo rientrare verso casa.
 
Decisamente una piacevole e significativa esperienza che rinforza in me la grande ammirazione e considerazione per questi incredibili artigiani, mossi da quell'infinita passione che  fa loro  superare ogni ostacolo, ogni impedimento burocratico o  le critiche dei gastrofighetti e di tutti quegli imbecilli anonimi che commentano senza un minimo di competenza. Per fortuna, ci sono anche le gioie, i meritati riconoscimenti, e poi la soddisfazione più grande, quella di vedere tornare  un cliente  più volte  o di rallegrarsi  di chi si  affida totalmente a loro per vivere un'esperienza sensoriale speciale, segno che quello per cui hanno lavorato duramente  è stato compreso! 
 
Ringrazio Marco e tutto il suo staff per la generosa ospitalità e la calorosa accoglienza. Una giornata davvero indimenticabile che non potevo fare a meno di immortalare nel blog per condividere con chi, come me, ama una  cucina intelligente, solida, vera, brillante e divertente, mai spocchiosa e altisonante o solo d'effetto, cioè quella dell'Ora d'Aria a cui auguro continui successi e lunga vita! Amen!
 
 
 
 
 

CHI CUCINA ALL'OFFICINA? OFFICINA VALLINI, BIBBONA & CINZIA MERLI, LE MACCHIOLE, BOLGHERI

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CHI CUCINA ALL’OFFICINA? nasce dall’idea di Emanuelle Vallini, chef e patron del ristorante La Carabaccia di Bibbona, di portare nella   cucina  della sua  Officina Vallini,  personaggi noti, di ogni settore, magari vicini al mondo dell’enogastronomia o anche no ma non cuochi!
 
 
L’ospite si trasformerà in cuoco per una sera e si racconterà attraverso i piatti che sceglierà di proporre, evocativi di  emozioni, ricordi, oggetti o episodi della sfera personale o lavorativa e si intratterrà con i commensali per commentare, conversare e condividere piatti e parole. Non mancheranno naturalmente vini adeguati.
I posti saranno limitati proprio per permettere di caratterizzare l’evento in modo conviviale ed intimo. Sarà  necessaria pertanto la prenotazione.
Il prezzo della serata verrà fissato di volta in volta in relazione al personaggio invitato, al menu e ai vini proposti. I menu saranno svelati  insieme al nome del personaggio che cucinerà all’Officina.
L’attività si  svolgerà con frequenza mensile nel periodo invernale ed è realizzata in collaborazione con la sottoscritta, autrice di  Poverimabelliebuoni e Insalatamista.


Fatta questa premessa, siamo onorati di presentarvi il primo ospite di  CHI CUCINA ALL’OFFICINA?
 


giovedì 20 novembre, h 20.00
 


Protagonista principale, in veste di cuoca per una sera, la celebre produttrice vinicola:
 

CINZIA MERLI
 titolare della prestigiosa Azienda Le Macchiole di Bolgheri
 
 
 
Il menu di Cinzia rappresenta un viaggio nei suoi ricordi d’infanzia, nella cultura contadina famigliare, dal titolo:
 
L’ORTO E L’AIA

Entrata
 
Viva la pappa al pomodoro!
 
Antipasto
 
Fricassea di durelli e fegatini di pollo
 
Primo piatto
 
Lasagnetta ai profumi dell’orto

 
Secondo piatto
 
Il coniglio che si crede una porchetta
 
Dolce
 
“ Super Tiramisù”

Vini:

•Paleo Bianco 2012

•Le Macchiole, bolgheri rosso 2011

•Paleo Rosso, 2010


Olio extravergine d’oliva IGP Toscano

 
Costo della serata .40.00 pp

è necessaria la prenotazione al  n° 0586670370

 

 

 

 
 
 
 

 

 

 

 

 

 
 

 
 
 
 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 







CINZIA MERLI, CHEF PER UNA SERA ALL'OFFICINA VALLINI, BIBBONA

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CINZIA MERLI, celebre produttrice vinicola, titolare dell'Azienda Le Macchiole di Bolgheri, chef per una sera all'Officina Vallini del Ristorante La Carabaccia di Bibbona. Annunciato dal mio precedente post, ieri sera è avvenuto  il debutto di CHI CUCINA ALL'OFFICINA? idea di Emanuele Vallini, chef e patron de La Carabaccia, Bibbona che apre le porte della sua cucina a  personaggi noti di ogni settore,  magari vicini al mondo dell'enogastronomia ma non cuochi!
 
Cinzia Merli, apre le danze e propone il suo menu della memoria: L'ORTO E L'AIA con i piatti semplici di casa sua, quelli che preparava insieme alla mamma e alla nonna, con qualche piccola variazione stilistica e di composizione, grazie allo zampino dello chef Emanuele.
 
Una serata riuscitissima, divertente, allegra, conviviale, con tanti amici,  ottimo cibo e ottimo vino, celà va sans dire dell'azienda della cuoca Cinzia. Un applauso a tutti, allo staff di cucina e di sala e ovviamente un grande applauso a Cinzia, timida e riservata ma che nasconde una grande forza e determinazione, un applauso ai suoi meravigliosi vini e, non ultimo ad Emanuele ed Ornella!
 
Lascerei parlare le immagini e non vedo l'ora di scoprire quale sarà il prossimo ospite cuoco per una sera!
 
Alcuni scatti della mattina, durante le fasi di preparazione
 
Cinzia si sistema il cappello, un vera tortura per lei!
 
 
 
 
La serata
 
 
La pappa è quasi pronta
 
 
 
Una sistematina al cappello prima di andare in scena
 
Emanuele presenta la cuoca della serata
 
Viva la pappa al pomodoro!!
con l'olio extravergine d'oliva monocultivar Lazzero dell'azienda amica Le Mezzelune
 
 
La fricassea scomposta di fegatini e durelli di pollo (l'uovo e il limone della fricassea si sono trasformati in frittatina, mimosa e il limone entra nella composizione del paté di fegatini, reso piccantino anche da un pizzico di peperoncino, piatto molto curioso)
 
 
La lasagnetta ai sapori dell'orto.
Solo verdure per questa bella lasagnetta tonda e una vellutata fatta con brodo di verdure al posto della besciamella per un gusto delicatissimo e leggero, molto equilibrato, accompagnato dal Paleo Bianco 2012, vino elegante, fresco e profumato
 
 
Il coniglio che si crede una porchetta non fa rimpiangere la porchetta vera!! Ci beviamo sia l'impeccabile Le Macchiole, Bolgheri rosso 2011 e il fuoriclasse,  Paleo rosso 2010 con il quale andiamo avanti ad oltranza, anche dopo il dessert!! Paleo è un cabernet franc in purezza, vero portabandiera dell'azienda Le Macchiole, che ogni anno riceve premi e riconoscimenti da guide del settore, sia nazionali che internazionali. Uno dei grandi rossi, ambasciatori nel mondo di Bolgheri
 
 
 
La rifinitura con le palline di ribes rosso sul Tiramisù allo zabaione, delicato e soffice, una vera sorpresa!
 
 
E l'immancabile foto ricordo!
 
 
 
 
 
 
 

MUFFIN NERO A META'

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Nero a metàè un leggendario disco di Pino Daniele, un grande musicista che amo da sempre, dai suoi esordi, quando lo vidi, per la prima volta, esibirsi in un campo da calcio in un paese della periferia milanese, era il 1980, anno di uscita proprio di questo disco.
 
Ho già dichiarato sulle pagine di questo blog la mia smisurata passione per Pino, vedi SWEET DAISY per Siena&tStars : provo per Pino Daniele e per la sua musica quasi una venerazione. Potrebbe fare da  colonna sonora della mia vita. Non c'è un suo pezzo che non mi ricordi un episodio vissuto, sia esso gioioso o doloroso. L'ho ammirato e ascoltato  in concerto quattro o cinque volte, sin dagli esordi, quando, giovane e poco conosciuto, un po' freak e con una montagna di capelli ricci e gonfi,  si esibiva nei campi sportivi delle periferie italiane fino al suo "imborghesimento" musicale e stilistico che lo vide abbandonare gli stadi per entrare nei teatri e poi riuscire a riempire ancora i grandi spazi,  a volte è scivolato un po' nel commerciale ma con l'anima sempre rivolta a  Sud, al  Sud del mondo ma fortemente legata alla sua Terra. Ha fatto rivivere la musica napoletana antica con le sue sonorità arabeggianti, dai madrigali alle canzoni popolari,   l'ha condita con sfumature etniche, dall'Africa all'America Latina, ha spaziato dal blues al rock al jazz, collaborando e duettanto con musicisti straordinari, con quella voce un po' stridula, unica, inimitabile che mi emoziona sempre.
 
Pino Daniele è "nero a metà", la sua anima è per metà mediterranea e per metà black, come l'uomo di quel sud emarginato che si sente  nero a metà e come la sua musica che spazia appunto dai madrigali rinascimentali partenopei alla musica popolare, alle sonorità africane e latino-americane, al blues, jazz, rock ma soprattutto blues, cioè nera. 
 
Nero a metàè anche il titolo del tour che, dopo il grande successo del concerto-evento dello scorso 1° settembre all’Arena di Verona, toccherà 6 tappe italiane fra cui Napoli. In questi nuovi appuntamenti, che vedranno la partecipazione di un ospite speciale per ogni concerto, PINO DANIELE sarà accompagnato dalla band originale del 1980, composta da James Senese (sax), Gigi De Rienzo (basso), Agostino Marangolo (batteria), Ernesto Vitolo (piano), Rosario Jermano (percussioni), mentre l’Acoustic Set vedrà sul palco Rino Zurzolo (contrabbasso), Elisabetta Serio (piano) e la partecipazione di Tullio De Piscopo. Eravamo molto tentati di andare all'eccezionale concerto all'arena di Verona ma con tutto l'amore che proviamo per Pino, non ce la sentiamo più di partecipare a questi mega raduni di folla...sigh...
 
Ci sono molti pezzi di Pino che racchiudono ed esprimono la sua anima nera a metà, soprattutto agli esordi, vedi Nun me scuccià, un blues tiratissimo, Yes I know my way, pieno di ritmo,  o il più recente scatenato Boogie boogie man ma forse la canzone che più rappresenta la sua anima nera a metà e lo esprime anche a parole, è A ME ME PIACE O BLUES, contenuto proprio nello storico album dell'80.
 
Per chi vuole provare a fare anche il karaoke, qui c'è un video col testo, nella versione originaria dell'album: http://www.youtube.com/watch?v=Khx6YYxDrHk
 
A me me piace 'o blues e tutt'e journe aggio cantà'
pecchè so stato zitto e mo è 'o mumento 'e me sfucà'
sono volgare e so che nella vita suonerò
pe chi tene 'e complessi e nun 'e vò
A me me piace 'o zucchero ca scenne dinto 'o cafè
e cu 'na presa d'annice ma chi è meglio 'e me
tengo 'a cazzimma e faccio tutto quello che mi va
pecchè so blues e nun voglio cagnà'
Ma po nce resta 'o mare
e 'a pacienza 'e suppurtà'
'a gente ca cammina
miezo 'a via pe sbraità'
i' vengo appriesso a te
pecchè so nato ccà
sai che so niro
ma nun te pozzo lassà'.
A me me piace chi da 'nfaccia senza 'e se fermà'
chi è tuosto e po s'arape pecchè sape c'adda dà'
aiza 'o vraccio 'e cchiù pe nun te fa 'mbruglià'
e dalle 'nfaccia senza te fermà'
A me me piace 'o blues e tutt'e juorne aggio cantà'
pecchè m'abbrucia 'o fronte 'e 'na manera aggio sfugà'
sono volgare e so che nella vita suonerò
so blues astregne i diente e sono mo
Ma po nce resta 'o mare
e 'a pacienza 'e suppurtà'
'a gente ca cammina
miezo 'a via pe sbraità'
i' vengo appriesso a te
pecchè so nato ccà
sai che so niro
ma nun te pozzo lassà'.
E sona mo, sona mo, sona mo…
 
Il mio muffin nero a metà per l'MTC n. 43, lanciato da  Francesca Carloni di Burro&Zucchero,  si ispira a questa musica, alle sue parole e al concetto di nero a metà, di sud. Sud e nero=liquirizia di Calabria a cui ho abbinato dei limoni di Sorrento, granella di mandorle di Sicilia e il cioccolato bianco? beh...se è nero a metà, significa che un po' di bianco ci dev'essere no? E alla fine poi il muffin è davvero nero a metà perché non è proprio nero, è risultato marrone!!
 
PS: anche a Poverimabelliebuoni si è accesa una lampadina per un muffin nero a metà versione ittica....
 
 
Ingredienti per 6 mini muffins* + 3 medi (metà dosi della ricetta di Francy)
 
150 g farina 00
4 g lievito istantaneo in polvere
un pizzico di bicarbonato
80 g yogurt bianco naturale
35 g burro
1 uovo
1 cucchiaio di liquirizia in polvere
1 limone di Sorrento o a buccia spessa, non trattato
acqua e zucchero semolato qb
30 g cioccolato bianco
1 cucchiaio di panna liquida fresca
granella di mandorle qb
 
* a dire la verità volevo fare dei mini muffin o puffi come li chiama mio marito, usando i pirottini piccoli da piccola pasticceria (tartufini), solo che non avevo una teglia con i buchi piccoli, li ho posizionati nella stessa che ho usato per gli altri, di misura media, quindi in cottura si sono un po' allargati prendendo questa forma a fungo e alla fine non sono né mini né medi, mini muffin a metà praticamente!
 
Innanzitutto, anche il giorno prima, anzi meglio, prepariamo il limone candito. Sbucciamo il limone, tagliamo a strisce di 1-2 cm, eliminiamo metà strato di bianco sotto la buccia. Sbollentiamo le bucce per tre volte in acqua e cambiamo l'acqua ogni volta. Infine rimettiamo al fuoco e facciamo candire in uno sciroppo di acqua e zucchero 1:1, in uno strato che copra sufficientemente le bucce. Quando lo sciroppo inizia a schiumare e a restringere, togliamo dal fuoco, non devono caramellare. Appoggiamo le bucce su un piattino, lasciamo raffreddare e asciugare per qualche ora, poi copriamo con pellicola e poniamo in frigorifero. Dopo un giorno di riposo, tagliamole a dadini piccoli e spolverizziamole con altro zucchero.
 
Per il muffin: miscelare gli ingredienti secchi come da istruzioni di Francy. Unire i dadini di limone candito.  Lavorare il burro a crema con lo zucchero, unire l'uovo mescolando e lo yogurt in cui si è sciolta la polvere di liquirizia*. Unire gli ingredienti liquidi a quelli secchi, mescolare brevemente, riempire i pirottini e passare in forno pre-riscaldato a 190° C, abbassare a 180°C e cuocere per 20' ca. (se sono proprio mini, anche meno)
 
*La polvere di liquirizia si può indifferentemente mescolare alla farina e alle altre polveri o stemperare nello yogurt, in questo caso ci si può regolare meglio sul gusto perché si può assaggiare lo yogurt, la farina è più difficile. Io ho assaggiato l'impasto finale a crudo, anche se è una porcata da non fare.
 
Sciogliere a bagnomaria il cioccolato con un cucchiaio di panna liquida; tostare la granella di mandorle in una padellina antiaderente. Togliere i muffin dal forno, spennellare la superficie con il cioccolato fuso e cospargere con la granella.
 
 
Il muffin "a metà"
 
 
Con questi muffins partecipo all'MTC N. 43
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

DOLCI REGALI, PERCHE' NON C'E' DUE SENZA TRE!

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E' arrivato anche il terzo libro dell'MTCHALLENGE!! Dopo il grande successo de L'ORA DEL PATE' e INSALATA DA TIFFANY, Sagep Editori dà alla luce DOLCI REGALI, a cura di Alessandra Gennaro.

DOLCI REGALI
Collana "I libri dell'MTChallenge"
SAGEP Editori- Genova
Prezzo di copertina: 18,00 euro
Foto Paolo Picciotto
Illustrazioni Mai Esteve
Editor: Fabrizio Fazzari
Impaginazione: Barbara Ottonello

in vendita in tutte le librerie, sul sito Sagep, Amazon e IBS.
 
Inutili per vivere, ma indispensabili per vivere bene.  Eterei nella forma, ma corposi nella sostanza.  Superflui, dispendiosi, effimeri, immorali e per questo così amati dall’umanità, sin dai suoi albori: sono i Dolci, i protagonisti del terzo appuntamento della Collana de I Libri dell’MTChallenge.Dolci  “regali”, cioè  quelli che apparvero sulle tavole imbandite di re e regine, a simboleggiarne il potere con le loro forme soffici, tonde e maestose, allusive di un potere e di una ricchezza sfrontati e che si ritrovano anche sulle mense dei poveri, come assaggio di una prosperità confinata, per loro, al solo palato.
A corredo, sciroppi, creme, liquori fatti in casa e confetture, nella ormai consueta forma grafica che rende ancora più accattivanti i contenuti, con le fotografie di Paolo Picciotto e le illustrazioni di Mai Esteve: oltre cento ricette, per poter ricreare a casa preparazioni scenografiche a vedersi e deliziose a gustarsi...

...perché quest’anno Buon Natale si augura con un dolce regalo!!!
 
Inoltre, come per i precedenti volumi, anche Dolci Regali contribuisce a sostenere progetti di  aiuti umanitari:


Acquistando una copia di DOLCI REGALI, contribuirai alla creazione di borse di studio per i ragazzi di Piazza dei Mestieri (link: http://www.piazzadeimestieri.it/), un progetto rivolto ai giovani oggetto della dispersione scolastica e che si propone di insegnare loro gli antichi mestieri di un tempo, in uno spazio che ricrea l'atmosfera di una vecchia piazza, con le botteghe di una volta- dal ciabattino, al sarto, al mastro birraio e, ovviamente, anche al cuoco. La Piazza dei Mestieri si ispira dichiaratamente a ricreare il clima delle piazze di una volta, dove persone, arti e mestieri si incontravano e, con un processo di osmosi culturale, si trasferivano vicendevolmente conoscenze e abilità: la centralità del progetto è ovviamente rivolta ai ragazzi che trovano in questa Piazza un punto di aggregazione che fonde i contenuti educativi con uno sguardo positivo e fiducioso nei confronti della  realtà, derivato proprio dall’apprendimento al lavoro, dal modo di usare il proprio tempo libero alla valorizzazione dei propri talenti anche attraverso l’introduzione all’arte, alla musica e al gusto

Il libro viene presentato ufficialmente oggi alle h 18 al Caffè Cambi di Genova, peccato che non potrò esserci!!



Qualche anteprima dei Dolci Regali, Mtc style:






E last but not least anche Insalata Mista compare in questo libro con una ricetta di babà, una crema e una bagna! ME FELICE! EVVIVA L'MTCHALLENGE!!

 

TARTUFO BIANCO A GOGO, RISTORANTE DA VINCI EATALY, FIRENZE

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Giovedì 18 dicembre, ho finalmente avuto il piacere di gustare la cucina di Enrico Panero, giovane ed energico chef del Ristorante Da Vinci di Eataly,  Firenze, in un'esclusiva serata dedicata a sua maestà il Tuber Magnatum Pico, ovvero il Tartufo Bianco. Tartufi proposti dall'azienda umbra Urbani Tartufi e accompagnati dai vini della Certosa di Belriguardo, di proprietà di Gianna Nannini. A fare gli onori di casa c'erano Alessandro Frassica, il famoso creatore di 'Ino, a cui il  padre di Eataly, Oscar Farinetti ha affidato la guida della succursale fiorentina, e Sabrina Somigli, chef del ristorante di famiglia Il Maccherone di Doccia e brillante food blogger di Ecce Kitchen, responsabile della Didattica ed Eventi di Eataly, Firenze, che ringrazio per il cortese invito.
 
 
La cucina di  Enrico Panero mi aveva incuriosita  dal momento in cui avevo sentito parlare di lui, quando pochi anni fa, gli erano state affidate le redini del ristorante Marin di Eataly, Genova dove mi ripromettevo di andare e mai ho mantenuto la promessa. Piemontese, classe 1987, quindi giovanissimo ma con un curriculum da paura  che scopro solo ora!
Il giovane chef è dotato, oltre che di grande talento, anche di una presenza fisica importante, grazie alla sua ragguardevole statura, inoltre sfodera un carisma naturale, garbato, elegante, con quella "erre" appena accennata e un po' aristocratica che gli conferisce un piglio autorevole ma dimesso. Queste le prime impressioni appena incontrato, appena l'ho sentito presentare il menu della serata durante l'aperitivo, impressioni che sono state confermate in seguito, quando mi sono intrufolata in cucina con la mia reflex e l'ho visto all'opera con tutto il suo staff! Ma procediamo per gradi.... e intanto gustiamoci l'aperitivo:
 
 
Oltre ad una nutrita selezione dei vini della Certosa di Belriguardo, un gradevole metodo classico  Alta Langa di Fontanafredda
 
All'arrivo gli ospiti venivano inebriati dal penetrante aroma di questi spettacolari tartufi bianchi di cui avrebbero poi goduto una generosa grattugiata su ogni piatto!
 
Cannoli di cous cous croccante, una vera delizia!
 
I bollito pops, spiritoso omaggio dello chef piemontese alla sua regione
 
Schiaccia, finocchiona e salsa verde e anche la Toscana viene onorata come in molti altri piatti che seguiranno in un continuo duetto Piemonte/Toscana e non solo
 
Adoro la Robiola di Roccaverano.....

Cartocci di verdure fritte perfette (c'erano anche le mie amiche acciughe, da non credere, non sono riuscita a fotografarle, sono sparite in un batter d'occhio o forse mi sono distratta io, però le ho mangiate.....)
Un delicato cavolfiore al cucchiaio con castagne arrosto e una gustosa zuppetta etrusca con castagne, cicerchie, salsiccia e un pizzico di peperoncino
 
Enrico dà il benvenuto gli ospiti e spiega  il menu che seguirà, tutti molto attenti, le premesse erano già ottime!
 
 
Mentre gli ospiti si accomodano nelle belle sale del ristorante, io girello, curioso, scatto.....
 
 


Un gradito omaggio Urbani Tartufi con kit stampa, cataloghi e campioni per  tutti gli  ospiti, in eleganti borsine in bella mostra sui tavoli Knoll. La storica azienda umbra fu fondata da Paolo Urbani Senior  a fine ottocento e poi portata alla ribalta internazionale nel secolo scorso dal nipote Paolo, recentemente scomparso. L'azienda vanta un'Accademia e un vero Museo del Tartufo. Oltre ai tartufi freschi, bianchi e neri, invernali ed estivi, propone  una vasta e singolare gamma di prodotti confezionati dagli oli al tartufo al ketchup ai cioccolatini al tartufo.
 
 
E poi finalmente mi intrufolo, autorizzata naturalmente,  nel mio reparto preferito: la cucina
 
 
 
Grande organizzazione in cucina, bell'atmosfera, staff giovane, preciso, ordinato,  silenziosamente agli ordini del bravo Enrico, un vero leader, autorevole ma garbato e gentile che infonde nei suoi ragazzi sicurezza e determinazione e li stimola a dare il meglio. E il meglio sta per arrivare, non una sbavatura nei piatti, temperature e tempi di servizio impeccabili e che dire del gusto? un'armonia di sapori ben dosata, abbinamenti indovinati,  molto interessanti e di grande soddisfazione anche per i palati più esigenti.


Pronti? Via!
 
 
Fonduta di marzolino, uovo fritto dal cuore morbido, cardi gobbi al burro nocciola e....tartufo bianco. Uova e tartufo, un abbinamento classico rivisitato e arricchito, per un risultato eccellente
 
Risotto mantecato con crema di topinambour, salsa al prezzemolo, lampredotto croccante e tartufo bianco. Accostamento ardito e rischioso quello con il lampredotto ma ben dosato e ben risolto per un piatto voluttuoso e ricco, con un riso croccante eppure incredibilmente cremoso da puro virtuosismo culinario.
 
Pane a lievitazione naturale cotto in forno a legna: casalingo toscano,  ai cereali, alle olive, croccantina ai semi di papavero, girelle ai pomodori e al nero di seppia, grissini stirati a mano che il giorno successivo mi sono precipitata a comperare al negozio di Eataly da portarmi a casa
 
Piccolo accenno ai vini: ho saltato solo Baccano, era nell'aperitivo, non mi ero accorta,  mi ero buttata sulle bollicine. A tavola invece mi sono goduta il resto: INNO Vino Libero 2012, un vino austero, senza compromessi, di quelli che mi piacciono molto, appena un po' chiuso, sicuramente si esprimerà al meglio con qualche ulteriore anno di bottiglia. Sangiovese in purezza, proveniente da due diverse vigne, coltivate senza impiego di concimi chimici né diserbanti e con bassissimo contenuto di solforosa. Nato dall'incontro di due spiriti liberi: Gianna Nannini  e Oscar Farinetti.
 
 
Bello scoprire che il vino per "la" Gianna non rappresenta il classico capriccio delle star bensì un vero amore e un  forte legame alla sua terra, rispettoso delle sue radici e della sua estrazione storica e culturale e che i "suoi" vini sono frutto delle sue scelte personali come ci ha raccontato Manuel Pieri, direttore dell'azienda vinicola, seduto al nostro tavolo con la sua signora. 
 
 
Più pronto, equilibrato e gradevole il Chianti Classico Belriguardo 2012 dalla bella beva e con la fresca impronta varietale del sangiovese che spicca nel lungo finale
 
Enrico completa ogni piatto con una generosa grattugiata di tartufo bianco, qui sul gran finale: cubi di lingua al vapore, fondo bruno, purea e dadi di cavolo navone (mai sentito, gusto a metà fra una zucca e una radice), puntarelle e tartufo bianco. Sono a corto di aggettivi, chiedo venia e copio e incollo quanto detto sopra e aggiungo: gran piatto!

 
Ultimo rosso: Rosso di Clausura 2010. Vino sulla carta ruffiano,   con quel tocco di merlot che arrotonda le asperità del sangiovese, morbido all'ingresso in bocca, si sviluppa pieno e avvolgente per chiudere però ancora sulle note varietali terrose, comun denominatore di tutti i vini della Certosa di Belriguardo, che non tradiscono. Della serie "sono banditi i pre-concetti".
 
 
Si chiude in bellezza con Sulcus 2007,  un vin santo  commovente, volutamente contadino, cioè non raffinato; non filtrato come rivela il colore ambrato scuro e velato, dalle note resinate, di miele e di agrumi, da finirci la serata sdraiati sotto il tavolo!! Meraviglioso accompagnamento di un meraviglioso e gioioso dessert e grande piccola pasticceria che seguirà. 
 

 
Dimenticavo...il pre-dessert: panna cotta, pan di spagna, cioccolato e mandorle, su crema di curry e zenzero
 
Purea e chips di patate viola, gelato al fiordilatte e tartufo, "uovo sodo" di bavarese alla banana e gelatina di agrumi, granella di nocciole ovvero se dobbiamo ingrassare ingrassiamo con stile!!
 
 
La piccola pasticceria
 
 
La brava pasticcera Chiara Testore, con Enrico che dispensa le ultime scagliette di tartufo sul dolce
 
 
 
Back stage in cucina: Enrico e Pietro Borroni di Urbani Tartufi
 
Enrico e Sabrina Somigli
 
 
E infine, pure la sottoscritta con Enrico e alcuni membri del suo bravissimo staff
 
Bravi bravi bravi!!! Grazie Grazie Grazie per le belle emozioni gustative e per la divertente e piacevolissima serata!
 
 
 
 
 
 
 
 


 

MATTONELLA DI FEGATINI, CANTUCCINI E VIN SANTO PER BISCOTTI D'AUTORE, VETRINA TOSCANA

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MATTONELLA DI PATE' DI FEGATINI, GELATINA AL VIN SANTO, ARANCIA E ZENZERO, BRICIOLE DI CANTUCCINI ALLE MANDORLE, SALSA
AGRODOLCE AL CAVOLO VIOLA
 
La mia prima proposta per il contest/raccolta BISCOTTI D'AUTORE, iniziativa di Vetrina Toscana in collaborazione con Claudio Martini Editore per celebrare la grande tradizione dei   Cantuccini di Prato.
 
Ho una discreta selezione di cantuccini, dolci e salati sia su Insalata Mista che su Poverimabelliebuoni, fra questi i miei CANTUCCINI ALLE ACCIUGHE, diventati ormai un mio cavallo di battaglia, di cui ho in mente una variante da proporre per questo contest.
 
In questo caso però mi sono divertita ad utilizzare i cantuccini classici alle mandorle come ingredienti di un piatto abbinandoli ad ingredienti salati, precisamente: il classico paté di fegatini toscano. Se pensiamo ad un paté di fegato accompagnato dal pan brioche o anche dal panettone, entrambi tostati,  non dovrebbe stupire l'abbinamento con i cantuccini. La prima idea era di farne una pralina, coperta cioè di granella di cantuccini,  però è una soluzione ormai sfruttatissima anche se sempre valida, allora ho optato per una mattonella, dal momento che avevo lo stampino e non l'avevo ancora usato! Per completare il piatto e onorare la tradizione con l'immancabile vin santo, ho pensato ad una gelatina e infine una salsetta agrodolce che impreziosisce la complessità gustativa  e crea un interessante contrasto di colore nella composizione. Viola e arancio fa molto Yves Saint Laurent, n'est-ce pas? 
 

 
 
Ingredienti per 6 mattonelle da 2,5x2,5x 7,5 cm
 
Paté di fegatini di pollo
 
300 g di fegatini di pollo
2 cucchiai di trito di sedano, carote, cipolle, aglio
1/2 bicchiere di vin santo toscano
3-4 filetti di acciughe salate
1 cucchiaio di capperi sotto sale
1 foglia di alloro, 2-3 foglie di salvia, un ciuffo di prezzemolo
Olio extra vergine d'oliva, sale e pepe qb
 
Pulire bene  e lavare i fegatini sotto acqua fredda corrente, asciugarli con carta assorbente.
Far rosolare in un paio di cucchiai d’olio il trito di sedano, carote, aglio e cipolla con la foglia di alloro spezzata e le foglie di salvia, le acciughe, mondate, diliscate e ben sciacquate e dissalate, i capperi ben dissalati. Aggiungere i fegatini tagliati a pezzetti, far insaporire a fuoco vivo, sfumare col vin santo, abbassare la fiamma, cospargere di prezzemolo tritato, coprire e lasciar andare fin che i fegatini saranno cotti, aggiungendo se necessario un po’ di acqua calda durante la cottura. A fine cottura, regolare di sale e pepe, togliere l’alloro e la salvia, frullare il tutto a crema. 

Gelatina al vin santo

120 ml di vin santo del Chianti Doc
40-50 ml di succo d'arancia fresco*
5 g di zenzero grattugiato
1/2 cucchiaino di agar agar in polvere

* Regolare la quantità di succo d'arancia in base al grado di acidità e a seconda della dolcezza del vin santo (un buon vin santo invecchiato sarà più secco), nel caso correggere con un po' di zucchero di canna, il gusto deve risultare equilibrato dolce-acidulo con il piccantino dato dallo zenzero.
Porre sul fuoco un pentolino con il vin santo, il succo d'arancia e lo zenzero grattugiato opportunamente dosati. Sciogliere l'agar agar in un cucchiaio di liquido, aggiungerlo al resto, portare a bollore per 1 minuto ca, spegnere, filtrare e riempire gli stampini formando uno strato di 6-7 mm. Far solidificare.
Quando la gelatina sarà ben solida, aggiungere il paté di fegatini pressando e livellando bene fino a 0,5 mm ca dal bordo. Mettere in frigorifero a compattare.

Salsa agrodolce di cavolo viola

20 g di cipolla di Certaldo
150 g di cavolo crauto viola
una manciata di uvetta sultanina
olio evo, aceto di mele, zucchero e sale qb

Affettare finemente le cipolle e il cavolo, rosolarli in padella con un filo d'olio, spruzzare con l'aceto, aggiungere una cucchiaiata di zucchero e un cucchiaino di sale, far andare qualche minuto a fuoco vivace, poi abbassare,  portare a cottura aggiungendo dell'acqua calda poco alla volta,  facendo in modo di lasciare un po' di liquido a cottura ultimata. Frullare, diluire con l'acqua di cottura, condire con un po' d'olio evo a crudo.
Far insaporire le uvette, precedentemente ammollate in acqua calda, nel fondo di cottura del cavolo.

Per completare:

6-7 cantuccini di Prato alle mandorle
scorzette d' arancia non trattata

Composizione piatto:

Rovesciare gli stampini su un tagliere rivestito di carta da forno, farli riposare per ca 30-40' o quanto basta per portarli a temperatura ambiente.
Posizionare una mattonella in ogni piatto da portata con la gelatina alla base. Cospargere la superficie con una granella grossolana di cantuccini (operazione da farsi al momento di portare in tavola per mantenere la fragranza e la croccantezza dei biscotti), guarnire con alcune scorzette d'arancia.
Decorare il piatto con delle strisciate di salsa al cavolo viola, uvette e scorze d'arancia.

 
 
 

MOUSSE DI SEDANO RAPA, CANTUCCINI, LIQUIRIZIA E CIOCCOLATO BIANCO

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Uffa! E' una congiura! Siccome ho vinto....ehm....qualche contest, tutti a dire che se partecipo io, faccio scappare gli altri concorrenti. Ora, mi sembra proprio un'esagerazione, anche se stiamo scherzando è ovvio! Oppure, non sarà terrorismo psicologico? Vogliono torturarmi fino a farmi desistere? E io li frego tutti quanti...hahahahah...e continuo imperterrita!
Dopo la MATTONELLA DI FEGATINI, CANTUCCINI E VIN SANTO, ecco quindi  la mia seconda proposta per il bel contest indetto da Vetrina toscana in collaborazione con Claudio Martini Editore : BISCOTTI D'AUTORE per celebrare la grande tradizione dei   Cantuccini di Prato.
 
MOUSSE DI SEDANO RAPA, BRICIOLE DI CANTUCCINI ALLE MANDORLE, POLVERE DI LIQUIRIZIA E SCAGLIE DI CIOCCOLATO BIANCO
 
 
un dolcetto semplice semplice ma con un ingrediente insolito per un dolce, il sedano rapa! Il suo gusto vagamente nocciolato e neutro ma fresco può essere sfruttato bene per un dolce. Moreno Cedroni, in un suo piatto storico, faceva essiccare in forno sottili  fette di sedano rapa ricavandone delle sfoglie croccanti, montate poi con strati di  mousse di mozzarella e salsa  gianduia.
In questo caso il croccante è rappresentato dai cantuccini, e il sedano l'ho infilato nella mousse e il gioco funziona. Un dessert fresco, leggero e divertente!

Ingredienti per 4 porzioni

500 g di sedano rapa (peso lordo con la corteccia)
200 ml di panna fresca liquida
80-100  g di zucchero a velo vanigliato
una decina di cantuccini di Prato alle mandorle
1 cucchiaio di polvere di liquirizia
40 g di cioccolato bianco

Decorticare il sedano, tagliarlo a fette e cuocerlo al vapore. Disporlo su un colino rivestito con carta scottex e farlo sgocciolare bene.
Montare la panna, aggiungere delicatamente la purea di sedano  ben sgocciolata e addolcita con lo zucchero a velo.
Sbriciolare grossolanamente i cantuccini, disporli sulla base di una coppetta o bicchiere, riempire con la mousse, completare con altri cantuccini, cospargere con un pizzico di polvere di liquirizia e scagliette di cioccolato bianco grattugiato.
Tutto qui!
 
 
La "coppetta" quadrata è in realtà una formaggera, in alternativa si può anche provare il classico bicchiere da cocktail, un po' più sfruttato ma sempre scenografico: 
 
 







 

CHI CUCINA ALL'OFFICINA, 22 GENNAIO, ADUA VILLA E IL SUO MENU GLOBETROTTERGOURMET

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CHI CUCINA ALL’OFFICINA nasce da un'idea di  Emanuele Vallini, chef e patron della Taverna La Carabaccia di  Bibbona, Li, che si propone di  portare nella   cucina  della sua Officina Vallini - spazio attiguo e cuore pulsante della Carabaccia, vera officina del gusto e fucina di idee -   personaggi noti, di ogni settore, magari vicini al mondo dell’enogastronomia, o anche no, ma non cuochi!
L’ospite si trasforma in cuoco per una sera e si racconta attraverso i piatti che propone,  evocativi di emozioni, ricordi, oggetti o episodi della sfera personale o lavorativa e si intrattiene con i commensali per commentare, conversare e condividere piatti e parole.    
Sono felice di collaborare con Emanuele e condividere il successo di questi piacevoli eventi.
Infatti, dopo il grande successo ottenuto nella prima serata, 20 novembre 2014,  in cui la produttrice vinicola Cinzia Merli, dell’azienda Le Macchiole di Bolgheri ha vestito i panni da chef e ci ha deliziati con il suo menu L’Orto e L’Aia e dopo la pausa delle festività natalizie, abbiamo ripreso le attività di CHI CUCINA ALL’OFFICINA, il 22 gennaio,  con un’altra signora del vino, questa volta Sommelier e Globetrottergourmet come lei stessa ama definirsi: ADUA VILLA www.aduavilla.com
                                                                                   
Noto volto televisivo, ha al suo attivo partecipazioni ad importanti trasmissioni Rai, quali La Prova del Cuoco, Uno Mattina e Uno Mattina Estate ma anche  Canale 5  e Alice Tv, è stata inoltre per sette anni la  voce femminile della frizzante trasmissione radiofonica Decanter di Radio 2. Oggi è l’inviata ufficiale dell’Italia della Web Radio Gastronomica più seguita nel mondo, con un programma in lingua spagnola che si chiama Globetrottergourmet desde Italia, www.gastroradio.com 
Pluripremiata Sommelier Ais e Sommelier Master Class, ha collaborato con la Guida Duemilavini, attualmente la sua firma è su molte riviste di Lifestyle: Diva&Donna, F, For Men, Natural Style e su La Freccia, la free press più letta in Italia, di Trenitalia.  Partecipa a manifestazioni internazionali e ha pubblicato libri dedicati al vino e alla cucina. La sua ultima fatica, il suo sesto libro, alla seconda ristampa:  “Vino Rosso Tacco 12”, Cairo Editore, un frizzante romanzo che ha come sfondo il mondo del vino,  presentato dalla stessa autrice durante la serata all’Officina. 
Il menu proposto da Adua per CHI CUCINA ALL’OFFICINA non poteva che fare riferimento alla sua vita da Globetrottergourmet e includere quindi piatti appresi in ogni angolo del mondo, senza dimenticare però i sapori di casa e onorare le sue origini abruzzesi.
 
Adua è nata in Venezuela da genitori abruzzesi. Ha vissuto in Venezuela fino all'adolescenza, cresciuta da una tata messicana, per cui la sua formazione culinaria affonda profondamente le radici nella variegata gastronomia del sud e centro America con incursioni thai grazie ad un corso seguito a Montreal, dove ha vissuto per ca un anno,  che ha segnato una svolta nella sua dieta alimentare in direzione della naturalità e della salubrità della cucina. Ma quando torna da mammà non disdegna i sapori forti e gustosi della cucina casalinga regionale.
 
Un curriculum personale e un bagaglio di esperienza di vita che potrebbero intimorire invece Adua si presenta con grande semplicità, è  socievole, disponibile, garbatamente spiritosa e modesta,  ti conquista immediatamente. Ho avuto l'onore e il piacere di condividere il convivio all'Officina, giovedì scorso,  con lei e l'amico Giorgio Dracopulos che mi ha battuta sul tempo e ha già immortalato l'evento nel suo blog LA TAVOLOZZA DEL GUSTO!

Un ultimo assaggio prima del via!
 
 
Conversando e passando da un argomento all'altro, tra una portata e l'altra, abbiamo scoperto altre passioni in comune oltre al vino e alla cucina, la vela! E condividiamo la passione anche per un famoso fascinoso velista, icona della vela italiana: Mauro Pelaschier. Solo che lei ha avuto anche l'occasione di condividere, con il mitico skipper, il pozzetto di una barca durante la Barcolana, scusate se è poco, e lei te lo racconta come se si stesse confidando con un'amica e tira fuori l' iPhone e  mostra sorridente le foto dell'evento triestino.

Durante tutta la serata, Adua non si risparmia e gira come una trottola fra i tavoli, intrattenendosi con gli ospiti e rispondendo ad ogni loro domanda e curiosità, commentando i piatti, descrivendo i vini proposti, scambiando battute, dispensando e ricevendo sorrisi e applausi. Meritatissimi.


Al tavolone centrale del gruppo di Poggio Rosso, azienda vinicola di Populonia, a cui ho dedicato un paio di post  su Insalata Mista e Poverimabelliebuoni

 

Con Francesco Belà, titolare di Mia24 e Bolgheri eyeswear, nonché produttore dei vini De' Re, Tuscany Luxury e i suoi amici
 

Questo il menu che Adua aveva proposto e che ha realizzato insieme allo chef Emanuele Vallini,  e al suo staff:
 
 
 Accompagnato dai vini del Consorzio del Prosecco doc:
 
 
Mionetto Extra Dry”, Prosecco D.O.C. Treviso, Azienda Mionetto di Valdobbiadene (TV) per i primi quattro piatti (l'extra dry è il compagno ideale della cucina etnica, speziata e piccante)
 

 - “Villa Sandi Brut”, Prosecco D.O.C. Treviso, Azienda Villa Sandi di Crocetta del Montello (TV) che ha retto le salsicce con le patate

- “25+2y Celebration Millesimato “S” 2013” (dry) Prosecco D.O.C. Treviso, Azienda Astoria di Crocetta del Montello (TV) per la crema "errante" al limone
L'olio extravergine proposto per la serata è prodotto dal Podere Sacchirotti
 
 
Adua era ospitata dall'Agriturismo Nonna Stella, di Bibbona
 
 
 
 
Si mangia!
 
le polpette di cece nero con salsa di pomodoro all'Aji peruviano, delicatamente piccante
 
 Le sfiziose arepas di mais con pollo e salsa di avocado da mangiare con una spruzzata di limone
 
 
zuppa thai di lenticchie rosse, in brodo di verdure, con cocco grattugiato. squisita e assolutamente da rifare nella versione originale che prevede anche lo zenzero fresco
 
Raffinato e profumato il tortino di riso basmati croccante con scaglie di mandorle in salsa al curry
 
 
Si gira il mondo ma poi si torna a casa! Saporitissime salsicce e patate all'abruzzese,
il comfort food di casa di Adua
 
 
La crema "errante" di limone, con sfoglie croccanti e frutti di bosco.
"errante" perché la accompagna ovunque ma solo con i frutti di bosco che raccoglie a casa sua in Abruzzo assume il sapore del cuore! 
Conclusione in leggerezza di un percorso gustativo coerente, ben congeniato ed eseguito. E come la foto anticipa, a fine cena è arrivato anche il momento del libro VINO ROSSO E TACCO 12.
 
  Emanuele e Adua,  che si sono conosciuti in Rai, nelle trasmissioni Una Mattina e Uno Mattina estate, di cui spesso Emanuele è stato ospite,scherzano davanti all'obbiettivo
 
Vino rosso e tacco 12è un libro gustoso, spumeggiante, a tratti esilarante, a tratti drammatico, che racconta le avventure e disavventure di Gilda, una giovane ed avvenente wine taster giramondo coi tacchi a spillo, alla ricerca dell'uomo e della cantina ideale. Ho iniziato a leggerlo ieri e ho resistito alla tentazione di divorarmelo velocemente e finirlo nel weekend, tanto è coinvolgente ma da buongustaia, mi centellino ogni pagina come si sorseggia con la giusta calma e concentrazione un buon vino.  E intanto mi godo la mia dedica in ricordo di una piacevolissima e gustosa serata!
 
 
Un grazie di cuore e complimenti ad Adua per la sua competenza mai ostentata, per la sua simpatia e affabilità, apprezzata da tutti i presenti e  che ha reso la serata veramente speciale! Complimenti anche ad Emanuele per averla invitata.  E ora, come si conviene,  un po' di foto ricordo.....
 
 Adua con la Signora Edy di Poggio Rosso, sua fan da anni!

Il brindisi della famiglia Bocelli, Podere Sacchirotti con la Signora Stefania Filiaci dell'Agriturismo Nonna Stella
 
 
Valentina e babbo Bocelli con Adua
 
Adua, Emanuele e Francesco Belà
 
 
 Ornella, Emanuele, la sottoscritta e Adua
 
 
Chi sarà il prossimo ospite di CHI CUCINA ALL'OFFICINA? seguiteci e lo scoprirete......

 


HAPPY BIRTHDAY ALE

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Con tutto l'affetto, la stima e la simpatia che provo per te cara Alessandra, mi associo al coro di emmeticine ed emmeticini e  ti invio un augurio di vero cuore di buon compleanno!
Ho scelto di offrirti la mia interpretazione della tua recente torta di mele al latte condensato non perché non avessi voglia o tempo di andare a spulciare nella tua immensa raccolta di dolci ma perché proprio quel post, in cui invocavi il conforto delle mele, a cui sei peraltro allergica,  oltre che la ricetta della torta, mi avevano particolarmente colpita.
Dopo lo scoppiettante addio al consorte con l'intoppo della dimenticanza del portafoglio, che avevi descritto con il tuo solito stile frizzante ed esilarante, il post successivo era drammaticamente nostalgico e triste. Sentimenti comprensibili ed inevitabili.
Anche la donna più forte, esuberante e sicura di questo mondo si abbandona allo sconforto e alla malinconia che ogni addio o grande cambiamento porta con sé, a maggior ragione se questi sconvolgimenti arrivano in un'età dove, anche se non lo vogliamo ammettere, abbiamo bisogno di punti fermi, di sicurezze, delle nostre cose. E' stato proprio quello che ha attirato la mia attenzione, il tuo non voler accettare di essere attaccata alle tue cose e infatti....sbaglio o te ne sei portata dietro una vagonata??? hahahahaha sdrammatizziamo vai....e con gli auguri di buon compleanno, ti auguro che, come avevo commentato sullo stesso post, questa nuova avventura rappresenti per te, un nuovo TEMPO DELLE MELE!!  Anche a 49! Sìììììììììì!
 
 
TORTA DI MELE AL LATTE CONDENSATO
 
Questa torta perché mi ha attratto l'utilizzo, per dirla alla Van Pelt,  di una porcata come il latte condensato e una finesse come il glaçage royal che manco sapevo cosa fosse ma mi sembrava una figata appunto! E lo è, perché la torta è buonissima e ho usato le mele giuste, le renette. E sono stata scientifica al milligrammo nonostante le divisioni e le moltiplicazioni per ridurre le dosi!! Si perché io  le devo sempre adattare alla mia micro famiglia o alle teglie a disposizione, senza contare che si vorrebbe stare un po' a dieta ma come si fa????

La ricetta è la tua, ho diviso per 3 e moltiplicato per 2 tutte le dosi (farne metà era proprio piccina e che diamine!!) che non sto a riportare.  Perfetta, spiegata in ogni minimo dettaglio, come sempre, che facilita anche le pasticcere più reticenti come la sottoscritta. Lo so....lo so....stai già pensando perché non la smetto di dire che non sono brava a fare i dolci, vero, quando mi impegno, li faccio pure io, basta applicarsi e rispettare le regole e soprattutto attingere a fonti affidabili come la tua!!

PS: IL CONSORTE RINGRAZIA PER L'OCCASIONE DI MANGIARE UNA TORTA BUONA ANZICHE' I MIEI ESPERIMENTI ESTEMPORANEI E TI AUGURA ANCHE LUI UN MERAVIGLIOSO COMPLEANNO E UN MONDO DI BENE



 
 
 
 
 

IN CUCINA CON IL CUORE 2014, DOLCE POMODORO!!

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Dopo il successo di IN CUCINA CON IL CUORE dello scorso anno,  questa volta ci divertiamo con un tema abbastanza insolito e molto stimolante! Dovrete cimentarvi con i pomodori Mediterranea Belfiore, salse, passate, filetti, datterini, tomatina e creare un…..DOLCE!!! Sì, avete capito bene, un DOLCE POMODORO! Ma perché stupirsi? In  fondo il pomodoro è un frutto! 

E ora, tutti all’opera! Spazio alla fantasia, sbizzarritevi, create e fotografate il vostro DOLCE POMODORO (torte, tortine, cup cakes, mousse, semifreddi, gelati.....)  e inviate la ricetta corredata da almeno uno foto  a  info@mediterraneabelfiore.it, con oggetto DOLCE POMODORO.
 
Per chi possiede un blog è sufficiente inviare all'indirizzo email sopra citato  il link al post in cui sarà pubblicato il piatto, indicando, all’interno del post,  il link al sito www.mediterraneabelfiore.it il banner

 
 e copiare lo stesso link anche nei commenti di questo post.

Data d'inizio: 18 gennaio 2014, scadenza 15 marzo 2014.
Saranno ritenute valide solo le ricette pubblicate e inviate entro tali date.


Il 21 marzo, presso la sede della Mediterranea Belfiore, i finalisti saranno invitati a preparare i loro dolci da sottoporre ad una giuria di esperti presieduta  dalla talentuosa pasticcera Loretta Fanella, contesa da chef stellari quali Cracco e Adrià e manifestazioni prestigiose come Identià Golose, insieme anoti giornalisti enogastronomi quali Eleonora Cozzella, Espresso Food&Wine, Irene Arquint, Il Tirreno, Gambero Rosso, Giuseppe Calabrese, Repubblica, Le guide del gusto e la chef Deborah Corsi, La Perla del Mare
Alle h 18, dopo la premiazione dei vincitori, Loretta si esibirà in un cooking show aperto a tutti e il pubblico avrà l’esclusiva opportunità di assaggiare la sua interpretazione di DOLCE POMODORO!
 
Le ricette vincitrici, insieme ai nominativi degli ideatori, saranno inserite nella sezione RICETTE del sito WWW.MEDITERRANEABELFIORE.IT accanto a  quelle già esistenti elaborate dagli amici chef e a quelle di IN CUCINA CON IL CUORE 2013. 

Buon divertimento!!
 


 

UNA GRAN CAVOLATA

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UNA GRAN CAVOLATA!!!
La mia seconda proposta per il simpatico contest di Sara, di  PIXELICIOUS

http://www.pixelicious.it/2014/12/18/cavoli-che-ricetta-il-primo-foodcontest-di-pixelicious/
 
La gran cavolata era la prima idea che mi era balzata in testa ma non trovavo la giusta formula. Pensavo ad un gran mix di diverse varietà di cavoli e di vari colori,  magari cotte e crude insieme, oppure tutte cotte, condite con olio al tartufo o una salsa alle acciughe. Sia le acciughe che il tartufo vanno a nozze con tutta la famiglia dei cavoli. Mentre meditavo, ho avuto la folgorazione dei CAVOLETTI POPS, e poi finalmente sono arrivata al concepimento della gran cavolata, cioè una crostata con i cavoli.  Dal momento che le acciughe le ho già utilizzate per la salsa dei  pops, ho optato per il tartufo.  Un primo piatto che è diventato un mio cavallo di battaglia sono infatti gli gnocchetti con broccoletti e crema di tartufo. La crostata l'avrei farcita dunque con una besciamella al tartufo. Avevo un pacchetto di farina di grano saraceno che avevo acquistato per sfizio ma non avevo ancora usato, ho deciso di provarla nella frolla della crostata, per un effetto un po' rustico e ha funzionato! La propongo per la categoria secondi piatti anche se funzionerebbe bene come piatto unico.
 
UNA GRAN CAVOLATA
Crostata di frolla al grano saraceno con besciamella
al tartufo e mix di cavoli
 
 
 
Ingredienti per una teglia di 22 cm
 
Per la frolla:
120 g di farina 00
80 di farina di grano saraceno
1 uovo + 1 tuorlo
80 g di burro
1 cucchiaio di parmigiano grattugiato
poco sale
 
Per la besciamella:
2 cucchiai rasi di farina 00
250 ml di latte fresco parzialmente scremato
1 cucchiaio di parmigiano
1 cucchiaio di crema di tartufo nero estivo
sale, pepe qb
 
Cavoletti di bruxelles, broccolo romano, cavolo viola, broccoletti
Aceto, sale, zucchero
burro demi-sel
 
Setacciare le due farine, disporle a fontana su una spianatoia, aggiungere il burro freddo a pezzetti, l'uovo e il tuorlo, un pizzico di sale e il parmigiano. Lavorare velocemente la pasta, formare una palla e porre in frigo a riposare 20-30 min.
Mondare tutti i cavoli, ridurre a cimette i broccoletti e il broccolo romano, tagliare a fette sottili il cavolo rosso. Selezionare i cavoletti di egual misura, cuocerli al vapore insieme ai broccoli. Cuocere invece in  padella antiaderente il cavolo rosso, sfumando con un'idea di aceto di mele (che fissa il colore e lo lascia brillante), condire con un pizzico di zucchero e un pizzico di sale.
 
Stendere la pasta col mattarello, foderare la teglia imburrata. Coprire con carta forno e fagioli secchi o riso, cuocere in forno a 180° C per 15 min, poi togliere la carta coi fagioli, proseguire per altri 10 min.
 
Nel frattempo preparare la besciamella. La mia è una versione leggera, senza Roux e senza burro. Stempero semplicemente la farina versando il latte freddo a filo, mescolando con una frusta per non fare grumi. Poi metto sul fuoco ad addensare continuando a mescolare. Alla fine regolo con sale, pepe, parmigiano e la crema di tartufo. Per quanto riguarda il tartufo, in mancanza di tartufi freschi,  meglio evitare olio o burro al tartufo, quasi sempre aromatizzati con aromi chimici. Meglio utilizzare pura polpa di tartufi tritati conservata in olio evo oppure tartufi al naturale conservati in vasetto da grattugiare al momento.  
 
Sfornare la torta, lasciarla intiepidire un poco. Farcirla con un generoso strato di besciamella e poi guarnire con i cavoli disponendoli in cerchi secondo la propria fantasia. Spennellare i cavoli  con del burro demi-sel fuso. Consumare tiepida.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

CONCETTO SPAZIALE PER RICETTE A REGOLA D'ARTE, IL CONTEST DI PANELIBRIENUVOLE

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Per il contest Ricette a Regola d'arte di Pane libri e Nuvole di Alice del Re , con la "maestra" Roberta Restelli, Il senso gusto, e "Lagreg", Silvia Gregori come giudici!!


La mia trasformazione culinaria di un noto quadro di  Lucio Fontana, artista famoso per i suoi tagli sulla tela, ovvero i Concetti spaziali. Quello a cui faccio riferimento è  Concetto spaziale, attese, 1966, Lucio Fontana, idropittura su tela  che diventa nel piatto Concetto spaziale, pretese, 2015, Cristina Galliti, gelatina di lamponi su tela di fegatini di coniglio
Povero  Lucio Fontana si rivolterà nella tomba!!
 
Sicuramente un artista universalmente conosciuto come Lucio Fontana, pittore, scultore, ceramista, fondatore del movimento spazialista, non ha bisogno di presentazioni; mi preme invece spiegare perché ho scelto il suo Concetto spaziale. Perché nella cucina così come nell'arte mi piace il concetto che sta dietro ad un piatto, soprattutto nella cucina contemporanea, fatta di sperimentazione, di innovazione, di ironia e anche provocazione ma mai fine a se stessa,  con un occhio sempre rivolto al passato, alla propria cultura e storia.
 
Fontana quando crea il movimento spazialista nel 1949, invoca un cambiamento nell'essenza e nella forma dell'arte, il superamento della pittura, della scultura e della poesia, ecco perché, in sintesi, fora o taglia la tela, va oltre la superficie del quadro, va oltre la pittura, ridefinisce lo spazio. Lo fa attraverso gesti precisi, studiati, con tensione emotiva e concentrazione. Tagliando o bucando la tela, si alleggerisce la tensione permettendo all'osservatore di vedere lo spazio al di là da essa. 
 
In cucina, la rivoluzione artistica di Fontana si potrebbe paragonare alla rivoluzione del molecolare di Ferran Adrià, ha rivoluzionato le percezioni gustative, giocando con le consistenze, concentrando i sapori, coinvolgendo anche il sesto senso, andando oltre il gusto come Fontana oltre la tela....
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Ma quello che mi affascina e mi diverte anche di Fontana è il contrasto fra la sua figura e la sua arte. Aveva l'aspetto di un uomo distinto, elegante, compito, perfettino, "un ragioniere" diremmo ora, senza offesa per i ragionieri, e poi .....ZAC....ti taglia una tela e sconvolge il panorama artistico della sua epoca con influenze che si protrarranno nelle generazioni future !!!
 
Se non si fosse capito, sono un'appassionata di arte moderna e contemporanea e sono sensibile ad ogni riferimento artistico-culinario. Il 24  gennaio mio marito ed io siamo andati all'Arte Fiera di Bologna, non nego che ho fatto diverse foto appena notavo quadri  dove intravedevo possibili sostituzioni con cubi di carne o pesce, rondelle di carote, zucchine,  strisce colorate di verdure, dripping di varie salse  etc....ma la vera ispirazione è arrivata la sera stessa, quando, sulla via del ritorno,  ci siamo fermati a Firenze e siamo stati a cena al Santo Graal, dove il giovane chef Simone Cipriani, nel suo menu Contemporaneità, propone due piatti ispirati all'arte, uno a Andy Wharol e l'altro proprio al concetto spaziale di Fontana: concetto spaziale di tartare di manzo con barbabietola capperi e olive, ovvero la tartare servita in una coppetta chiusa da una tela edibile rossa che il commensale deve incidere per poter accedere al contenuto,  come il Concetto spaziale di Fontana! Folgorante!
Ho trovato l'idea geniale (e uso questo termine con parsimonia)  ma soprattutto l'interpretazione e la trasposizione nel piatto. Non potevo certo riprodurlo tel quel, primo perché non mi piace copiare un piatto da proporre ad un contest, secondo perché la tela è preparata con una delle tecniche complicatissime che solo gli chef nelle loro cucine tecnologiche possono fare, terzo dovevo fotografare la tela tagliata non il gesto del taglio! però l'idea mi piaceva troppo, ci ho riflettuto un po' e l'ho semplificata.
Faccio un piccolo inciso in onore di questi chef sperimentali o non, come Simone, che lavorano sommessamente, senza grandi clamori, dediti alla ricerca; studiano e provano le tecniche per ore e ore se non giorni fino a quando trovano la formula giusta che esprima il loro intento, senza indugiare in virtuosismi fini a se stessi  ma con riferimenti storico-culturi e artistici ragionati, intelligenti e ironici,  affinché il loro messaggio e il loro impegno vengano recepiti e apprezzati.
 
Dunque, avevo bisogno di una superficie rettangolare liscia su cui inferire i tagli. Poteva essere un semifreddo, un tortino, una gelatina....e vada per la gelatina....e, sempre in omaggio al Cipriani, opto per una mattonella di paté di fegatini che a quanto pare gli piacciono molto perché si diverte a proporli in molte varianti, vedi il chicken liver snickers (il noto snack a barretta ricoperto di cioccolato) offertoci a sorpresa,  tra l'ultima portata e il dessert, che io pensavo fosse un pre-dessert. In un certo senso sì ma è una barretta di fegatini, arachidi e nocciole ricoperta da cioccolato fondente, una vera "terra di mezzo" abbastanza sconcertante ma che mi è piaciuta, mio marito invece l'ha trovata inquietante.
 
Bene, fatte tutte le doverose premesse e debite citazioni, ecco la ricetta, semplicissima ma molto buona, provare per credere e soprattutto tagliare con gesto deciso!
 
La mia esecuzione non è proprio impeccabile, è stata un po' travagliata, sembra facile ma quei tagli mi hanno fatto impazzire, ho fatto tre o quattro  prove, ho persino dovuto sciogliere la gelatina una seconda volta e farla rassodare, il problema è che se si incide la gelatina, non si vede bene il solco, quindi per creare l'effetto del taglio come nella tela che lascia intravedere lo spazio al di là, dopo varie prove ho trovato l'uovo di Colombo, basta scostare i lembi cedevoli della gelatina tagliata allargandoli un poco. Però così facendo, scostavo l'intera superficie, richiudevo il taglio accanto....uffa! Questo è quanto. stop!
 
 
 
Ingredienti per 4 mattonelle di ca 5 x 6 cm
 
200 g di fegatini di coniglio (a mio avviso più raffinati di quelli di pollo e tanto per cambiare un po')
trito di sedano, carota e cipolla
1 foglia di alloro
1/2 bicchiere di vin santo
olio evo, burro, sale e pepe
una manciata di nocciole
4-5 fichi secchi morbidi
 
200 g di lamponi surgelati*
1-2 cucchiai di sciroppo di amarene**
100 ml d'acqua
1/2 cucchiaino di agar agar in polvere
 
* lo so, non è stagione di lamponi, quelli freschi sono di serra e trattati, meglio quelli surgelati, che sarei contraria pure a quelli ma per questa ricetta volevo i lamponi a tutti i costi!

Scongeliamo  i lamponi, frulliamoli e poi passiamone al setaccio la polpa, aggiungiamo  lo sciroppo di amarene (questa è casuale, volevo migliorare il colore, avevo lo sciroppo in casa, non mi ricordo perché mai, ha addolcito i lamponi e ne ha esaltato il gusto, alla fine era perfetto, dolce-acidulo). Sciogliamo l'agar agar nell'acqua e uniamola al succo di lamponi, portiamo a bollore, schiumiamo se necessario e poi versiamo in uno stampo rettangolare in modo da ottenere uno strato di almeno 5 mm e lasciamo solidificare.
 
Rosoliamo il trito di sedano, carota e cipolla con l'alloro in un filo d'olio evo, uniamo i fegatini ben mondati e tagliati a pezzetti, sfumiamo col vin santo, portiamo a cottura aggiungendo del brodo caldo o semplicemente acqua. Regoliamo infine di sale e pepe. Facciamo raffreddare, frulliamo fino ad ottenere una pasta liscia ed omogenea, aggiungendo qualche tocchetto di burro morbido.
 
Sgusciamo le nocciole, tostiamole in forno per spellarle e poi passiamole  in padella con un po' di burro e sale. Poi tritiamole grossolanamente lasciandone qualcuna tagliata a metà. Tagliuzziamo anche i fichi secchi. Uniamo nocciole e fichi al paté.
 
Mettiamo un coppa pasta rettangolare di cm 5x6 in un piatto, stendiamo all'interno uno strato di ca 1 cm di paté, copriamo con un rettangolo di ugual misura ricavato dalla gelatina, togliamo il coppa pasta e ripetiamo l'operazione per gli altri piatti.
 
A questo punto direi che si portano in tavola, si spiega ai commensali cosa devono fare, si prendono i coltelli e zac, dei bei tagli sulla gelatina!! Buon divertimento e buon appetito!
 
 

UNA SCATOLA DI BACI PER L'MTCHALLENGE N. 45

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Una scatola di baci quando non ho praticamente mai fatto cioccolatini! Sono una presuntuosa lo so e l'ho già dichiarato ad Annarita, la traditrice che ha spiazzato tutti quanti lanciando la sfida MTC N. 45 su un cioccolatino quando da lei ci si aspettava una bella zuppa di farro e fagioli della Garfagnana!!! Beh però non si tratta di un  normale cioccolatino ma il mitico bacio Perugina, perfettamente intonato al mese degli innamorati e allora ci si può anche intenerire.
 
 
Non sono una fanatica del cioccolato, per fortuna non ho anche questo vizio! Mi piace, soprattutto quello fondente e mi piace capire le differenze dei vari cru e delle varie provenienze, Guatemala, Venezuela, Colombia, Ecuador, Madagascar..... ma se non me li regalano, difficilmente vado a comperarmi i cioccolatini, se non delle micro-praline da servire col caffè quando capitano ospiti. Inutile dire che mai mi era passata per la testa l'idea di farli i baci!
 
Devo ammettere però che dopo la prima reazione di sgomento, leggendo il bellissimo post di Annarita, mi sono entusiasmata a tal punto che sono andata a fare la spesa di sabato mattina, sorbendomi quasi mezz'ora di coda alla cassa del supermercato e spendendo una considerevole  cifra fra cioccolati di ogni tipo e frutta secca, quest'ultima notoriamente costosa, dovendo acquistare intere confezioni non trovando tutti i tipi alla vendita a peso. Mi era scattata  l'irrefrenabile febbre mtcina, e ho iniziato a costruire i miei baci mentalmente con abbinamenti  che continuavano a fluire e ho dovuto mettere un freno perché ne avrei concepiti  a decine e meno male che non sono una fanatica del cioccolato! 
 
Va beh, ho stampato e studiato accuratamente il post di Annarita e ho deciso di optare per l'inseminazione, non avendo il piano di marmo e poi perché mi sembrava la soluzione più facile.
Diviso le quantità per 6 perché non volevo fare 25-30 baci ma solo 4-5 per tipo, sapendo già che metà li avrei rifilati fatti assaggiare a Silvia di Paneepomodoro, che abita vicino a casa mia, perché comunque non volevo ingrassare a suon di baci hahahaha!
La preparazione è stata lunghetta. Il giorno prima ho ammollato le castagne secche (non essendo stagione di castagne ma volendo infilarci un ingrediente gradito alla sfidante garfagnina), la sera le ho cotte e ho candito limoni e arance. La mattina seguente ho tritato tutta la frutta secca prevista, pesato tutti i cioccolati,  mi sono preparata diligentemente tutti gli ingredienti in tante ciotoline, uno alla volta ho preparato le farce,  poi ho fatto 3 temperaggi perché due dei quattro hanno la stessa copertura!
 
 
Insomma un bel lavoro, quasi una giornata, con varie pause naturalmente, un po' come il babà day sempre per l'MTC naturalmente.
Poi il giorno delle foto e in seguito il post, perché il problema poi erano le dediche, dove mi sono arenata!!
 
Ma insomma eccoli:
  
 
La dedica è per Sunshine, una persona speciale,  nel bene e nel male: you make me happy when skies are grey, please don't take my Sunshine away
 
 
Ingredienti:
 
 
 Per 4-5 baci
 
140 g di cioccolato bianco (40 per la farcia, 100 per la copertura)
10 ml di panna fresca liquida
20 g di granella di pistacchi
(1 bustina di zafferano in polvere)*
la buccia di mezzo limone non trattato
sciroppo : 50 ml di acqua, 50 g di zucchero semolato
un ciuffetto di finocchietto selvatico
 
* li volevo gialli i baci ma lo zafferano non si è sciolto, si notano infatti dei puntini nella superficie, il gusto c'è ma è molto lieve e non è male, forse tanto vale farli bianchi!
 
NB: la nota agrumata e il finocchietto li rendono molto freschi, bilanciano l'estrema dolcezza del cioccolato bianco.
 
Tagliare a julienne non tanto sottile la scorza del limone, sbollentarla almeno un paio di volte cambiando l'acqua ogni volta, poi candirla in uno sciroppo di acqua e zucchero 1:1 togliendola appena lo zucchero inizia a schiumeggiare in modo che non caramelli. Far sgocciolare ed asciugare su un foglio di carta da forno. 
Sciogliere il cioccolato bianco con la panna, amalgamare la granella di pistacchi, le scorzette tagliuzzate e un po' di finocchietto tritato. Far rapprendere in frigorifero e poi formare delle palline sulla cui sommità porre un pistacchio intero.
 
 
Sciogliere 2/3 del cioccolato bianco a bagno maria a 40° C, sciogliendo nel cioccolato eventualmente una bustina di zafferano (che non si scioglie vedi sopra) poi aggiungere il terzo a freddo mescolando velocemente in modo che si sciolga tutto e che abbassi la temperatura, (non importa riscaldarlo, a 27° C si può utilizzare per coprire i baci.
 
 
Dedicato a Ilva, la mia suocera speciale, una vera seconda mamma e amica, da lei ho imparato a mangiare e cucinare toscano, in primis  il castagnaccio a cui i baci sono ispirati: a Ilva, la bersagliera, che andava inventata se non c'era!
 
 
Ingredienti per 4-5 baci
 
140 g di cioccolato fondente al 50% (40 per la farcia, 100 per la copertura)
12 ml di panna liquida fresca
40 g di pinoli tritati grossolanamente
60 g di  castagne lessate e frullate
30 g di uvette
due-tre ciuffetti di rosmarino
3-4 castagne lessate intere
 
Ammollare le uvette, strizzarle e poi tagliuzzarle. Tritare gli aghi di rosmarino. Sciogliere parte del cioccolato con la panna, incorporare le castagne, i pinoli, le uvette e il rosmarino. Far rapprendere un poco fuori dal frigorifero. Formare della palline, posizionare un tocchetto di castagna sulla sommità. Lasciar raffreddare e poi tuffare nel cioccolato fuso con il metodo dell'inseminazione
 
 
Raccogliere i baci con una forchetta e metterli su un foglio di carta da forno ad asciugare
 
Il terzo bacio è per mio marito, inquieto marinaio di terra, che ama i dolci non dolci; a lui dedico un estratto di una splendida poesia di Pablo Neruda, Ode alla speranza: ....noi, gli uomini vicino all'acqua, che lottiamo e speriamo vicino al mare, speriamo. Le onde dicono alla costa salda: tutto sarà compiuto
 
 
 
Ingredienti per 4-5 baci
 
140 g di cioccolato fondente al 70%
40 g di mandorle spellate e tritate
30 g di olive taggiasche sott'olio evo, denocciolate
zucchero a velo qb
1 arancia non trattata
zucchero, acqua qb
4-5 mandorle intere
 
Togliere la scorza all'arancia senza privarla completamente della parte bianca. Sbollentare le scorze per 3 volte in acqua, cambiando l'acqua ogni volta. Tagliarle a dadini, candirle in uno sciroppo di acqua e zucchero 1:1, toglierle quando lo zucchero inizia a schiumeggiare, non devono caramellare.
Sgocciolare bene le olive dall'olio tamponandole con carta assorbente, infarinarle con abbondante zucchero a velo vanigliato, candirle in forno a 100° C per 30' ca. infine tagliuzzarle.
Sciogliere parte del cioccolato con la panna, amalgamare tutti gli ingredienti. Far raffreddare un poco il composto fuori dal frigorifero, appena si sarà rappreso, formare della palline, posizionare una mandorla intera  sulla sommità. Lasciar raffreddare completamente e poi tuffare nel cioccolato fuso con il metodo dell'inseminazione
 
 
L'ultimo bacio è per mia sorella, golosona di cioccolato e spezie, alla perenne ricerca della serenità; per lei un antico proverbio bretone: Fiorisci lì dove il caso ti ha seminato
 
 

Ingredienti per 4-5 baci
 
140 g di cioccolato fondente al 70% (40 per la farcia, 100 per la copertura)
40 g di gherigli di noci
40 g di datteri secchi, non zuccherati
una stecca di cannella
12 ml di panna liquida fresca
4-5 gherigli interi
 
Tritare i datteri e le noci. Sciogliere parte del cioccolato con la panna, amalgamare tutti gli ingredienti, unire una generosa grattugiata di cannella.  Far raffreddare un poco il composto fuori dal frigorifero, appena si sarà rappreso, formare della palline, posizionare un pezzetto di noce  sulla sommità. Lasciar raffreddare completamente e poi tuffare nel cioccolato fuso con il metodo dell'inseminazione
 
E come si suol dire....a ciascuno il suo!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

STRUDEL DI ZUCCA, ARANCE CANDITE E AMARETTI PER L'MTC DI FEBBRAIO 2014

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Fatto ieri sera con 38° di febbre!!! La febbre dell'MTC???


Non sto scherzando e non sto cercando scuse per giustificare lo sgorbio che è venuto fuori....comunque questa è la mia proposta per la sfida MTC nr 36 sullo STRUDEL lanciata dall'adorabile Mari Lasagnapazza, prendere o lasciare...
 
Lo strudel è uno dei miei dolci preferiti  e che ho iniziato a fare da ragazzina, solo che, ignara e ingenua, ho sempre usato la sfoglia surgelata. Erano anni che non lo preparavo e quando ho letto della sfida ho gioito!!
Per me lo strudel è dolce. punto! Dolce, gusti classici, conosciuti, niente di esotico o di strano.
Il primo pensiero è andato subito  alla zucca che uso spesso nei dolci e ci faccio pure le marmellate alle quali ho provato ad aggiungere succo e scorze d'arance da qui l'abbinamento con le arance candite e per quanto riguarda gli amaretti, non ci sono dubbi, zucca e amaretti rappresentano un matrimonio ben consolidato. Ho visto altre proposte, come quelle di Patty e Mapi e non so chi altri, con la zucca ma non ho cambiato idea.
Ieri sera era la serata programmata per lo strudel, stavo male, avevo la febbre ma chissenefrega!!
Ho persino inaugurato la spianatoia di legno che finalmente mi ero decisa a comperare subito dopo i famigerati pici, quando, in mancanza della spianatoia, feci una gran sudata tirandoli sul tagliere del pane!


Nonostante la febbre mi sono programmata con grande precisione, stampato e studiato bene la ricetta, pesato tutti gli ingredienti....che manca? ops! la tovaglia! e dove la trovo una  tovaglia bianca e immacolata, possibilmente di lino?? .........lampadina accesa!! se lo sa mia mamma che ho tirato fuori un tovagliolo (alla faccia del tovagliolo misura 60x60 cm) della tovaglia di fiandra che ho avuto in dote e che era della sua nonna, quindi la mia bis, che si tramanda in famiglia a chi ha le stesse iniziali C G. Un tovagliolo di  almeno 150 anni usato come canovaccio!!!


Tutti pazzi per l'MTC!!! Oh yeah!!

STRUDEL DI ZUCCA, ARANCIA CANDITA E
AMARETTI CON CREMA ALLA VANIGLIA E ROSMARINO




Ingredienti
Per la pasta matta come da istruzioni e consigli di Mari:
150 g di farina Manitoba
100 ml d'acqua
1 cucchiaio d'olio evo
un pizzico di sale
Per il ripieno:
300 g di zucca gialla mantovana decorticata
40 g di amaretti
una manciata di scorze d'arancia candite
2 cucchiai di zucchero di canna
burro qb
Per la crema:
1 tuorlo d'uovo
2 cucchiai rasi di zucchero bianco
1 cucchiaio di fecola di patate
200 ml di latte fresco parzialmente scremato
20 ml di panna fresca
una scorzetta di limone bio
1 rametto di rosmarino
1/2 stecca di vaniglia

Per le arance candite:
1 arancia grande bio
acqua e zucchero di canna qb

Il  giorno prima preparo le arance candite. Lavo bene l'arancia, tolgo la buccia che taglio a strisce di 1-1,5 cm, elimino parte della pellicina bianca. Le faccio sbollentare per 3 volte in acqua, cambiando acqua ogni volta. Poi le candisco con uno sciroppo di acqua e zucchero nella proporzione 1:2 in quantità tale da coprire appena le scorzette. Appena lo sciroppo inizia ad asciugare, le tolgo, non devono caramellare. Le appoggio su carta assorbente per farle sgocciolare e poi le dispongo su un vassoio rivestito con foglio d'alluminio e le lascio asciugare un giorno intero.
Per lo strudel, affetto la zucca a tocchettini fini fini, sbriciolo nel mixer gli amaretti e preparo tutto il resto per la pasta secondo le istruzioni di Mari. Temo di non essere stata impeccabile nella fase finale, ho ottenuto una bella sfoglia sottile ma i bordi non mi si appiattivano completamente. Ho farcito lo strudel con gli amaretti sbriciolati sul fondo, poi ho steso i tocchetti di zucca, ho cosparso con una parte delle arance candite, cosparso di zucchero di canna (altro errorino, avrei dovuto mescolare il tutto con lo zucchero in una zuppiera e poi disporlo sopra agli amaretti, infatti un po' di zucchero si è concentrato in alcuni punti  creando  una strato caramelloso sul fondo niente male ma non corretto),  poi ho arrotolato lo stesso la sfoglia che nei punti di congiunzione infatti, a cottura ultimata, è risulta un po' gnucca.
Ho spennellato con burro fuso la superficie e ho  messo a cuocere  in forno a 180°C per 40 min. 
Mentre lo strudel cuoceva ho preparato la crema lavorando il tuorlo con lo zucchero, a cui ho aggiunto la fecola continuando a rimestare e diluito con latte, dove ho sciolto i semini ricavati dall'incisione della mezza bacca di vaniglia. Ho aggiunto la scorzetta di limone, il rametto di rosmarino e messo ad addensare a fuoco dolce continuando a mescolare fino a che la crema non si è rappresa. Da ultimo ho unito anche un po' di panna fresca per un effetto più vellutato. Ho lasciato raffreddare e prima di servire ho tolto rosmarino e limone.
Il mio strudel era pronto, era bruttino, un po' gobbo, largo in un punto, stretto in un altro ma spolverato con zucchero a velo e un'idea di cannella si camuffava un po'! In ogni caso era buono, ero contenta del risultato anche se non impeccabile ma al gusto era ottimo e ben equilibrato, esattamente quello  che avevo in mente. Stamattina lo abbiamo mangiato a colazione ripassato un poco nel fornino  e nonostante la nottata insonne a causa del mal di testa  e del naso gocciolante, mi ha messo di buon umore!!
Grazie Mari, grazie MTC!
CG


ULTIMI BACI PER L'MTCHALLENGE N. 45

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Annarita, la sfidante MTC di questo mese, solo un paio di giorni fa su fb si lamentava del numero dei baci arrivati, troppo pochi? allora accontentiamola!
Contribuisco con altri tre e poi faccio festa perché sto ingrassando! Anche se di idee ne avrei e ci ho preso gusto a farli ma il giro vita ha detto stop e anche perché ho quasi esaurito le persone a cui dedicare i baci perché come tradizione vuole, e secondo le regole della sfida, ogni bacetto va corredato dal suo bigliettino amoroso.
Del resto sono arrivata a 8 baci, questi ultimi 3 +  i 4 precedenti dolci  e 1 salato, direi che possono proprio bastare, ho fatto concorrenza a Mariella Cooking!!

Dunque, rush finale per l'MTC n. 45 IL BACIO, a tre giorni dalla chiusura dei giochi:

Fuori 1!

BACI ALLA MENTA, LIQUIRIZIA E LIMONE

 
Menta e Liquirizia è un abbinamento che adoro, il limone sta bene con entrambi ed ecco deciso il tris.
Li voglio dedicare alla mia nonna paterna Maria che è scomparsa ormai da molti anni perchè mentre li elaboravo mentalmente e cercavo di capire come risolvere l'aroma menta, non volendo usare la menta fresca, che neanche si trova ora,  ho pensato alle mentine della mia nonna, quelle pasticche bianche zuccherose e friabili che si trovano ancora nei banchi di dolciumi delle fiere; le avrei polverizzate e miscelate con la polvere di liquirizia e tutto il resto e così ho fatto.
Ricordo che la nonna le nascondeva nel cassettone della biancheria in camera sua, che comunicava con la nostra di bambine, mia e di mia sorella, ma noi conoscevamo il nascondiglio e andavamo a rubargliele e lei lo sapeva e fingeva di rimproverarci con quella severità poco convinta e indulgente che hanno tutti i nonni!
 
A Nonna Maria, ovunque tu sia, avvolta in una nuvola di mentine e fiumi di cioccolata!!
 
 
Ingredienti per n. 6 baci
 
80 g di cioccolato bianco
30 ml di panna liquida fresca
1 cucchiaio di scorza di limone candita tritata + alcuni cubetti per la guarnizione
4-5 pasticche dure di menta
1 cucchiaio di polvere di liquirizia
250 g di cioccolato fondente al 70%
 
Tritare la maggior parte delle mentine fino a ridurle in polvere, ridurre il resto  a granella. Tritare le scorze di limone candite, vedi post precedente , serbandone alcuni tocchetti più grossi per la sommità dei baci. Sciogliere al microonde a potenza media per 30-40 sec il cioccolato bianco con la panna. Unire la polvere di liquirizia, la menta e il limone. Lasciar rapprendere e poi formare della palline. Sulla sommità far aderire un cubetto di limone candito.
Sciogliere il cioccolato fondente a bagno maria a 45° C in un contenitore di materiale idoneo anche al microonde (porcellana o vetro), poi immergere il contenitore col cioccolato in un bagno maria freddo, portarlo a 31-32° mescolando ripetutamente e infine immergere i baci, raccoglierli con una forchetta e porli ad asciugare sopra un foglio di carta da forno. Per mantenere la temperatura durante l'utilizzo, passare eventualmente il recipiente qualche secondo al microonde.
 
NB: al gusto offre nel cuore un'esplosione di freschezza e cremosità, dolcezza e aromaticità a contrasto con la croccantezza e l'amaro dell'involucro esterno. Un bacio balsamico direi!!
 
 
 
BACI AL COCCO, CEDRO CANDITO E ZENZERO
 

 
Questi sono per quella chocoholic  dai gusti eccentrici che è la mia amica Ettorina, chiamata da tutti semplicemente Etto o, nel periodo della scuola, anche Hg, da Etto/Ettogrammo!
Siamo amiche dall'infanzia, compagne di scuola però solo alle medie e alle superiori. Quelle amicizie che sai che ci sono e basta.
L'insospettabile e impeccabile Etto, oltre che per il cioccolato, come tutta la sua famiglia del resto,  ha una passione smisurata per Bruce Springsteeen, che anch'io condividevo tempo fa ma che poi si è affievolita. Lei no, l'ha seguito in concerto non so quante volte, pure all'estero, ha trascinato il povero marito a Barcellona un paio d'anni fa (e non siamo proprio ragazzine)!! E allora spero di fare un gradito omaggio all'amica, grande appassionata di cioccolato,  con questi baci golosi, dal gusto insolito, esotico, fresco e un po' piccante, sperando di sorprenderla e  dedicandole una frase che mi ha sempre colpito di una mitica canzone del Boss, The River, che ci ascoltavamo nel tinello buono di casa sua, sedute per terra col volume dello stereo a manetta:
 
.....is a dream a lie if it don't come true or is it something worse that sends me down to the river..... 
 
 (don'tè licenza poetica nel testo originale)
 
Una canzone che parla di disillusione, quando cioè nell'età adulta si scopre che  le promesse giovanili non vengono mantenute, che  i sogni non si sono avverati e non si avvereranno. Ma quando Etto ed io ci sentiamo al telefono o ci vediamo e chiacchierando  ci soffermiamo sul  tempo che scorre, e ci guardiamo indietro, lo facciamo con consapevolezza e con quel tanto di ironia che non ti fa cedere alla disillusione. E questo ci piace, ridiamo e ne godiamo perché in quei momenti siamo ancora vicine sui banchi di scuola e tutto il resto non conta.
 
Ingredienti per n. 6 baci
 
60 g di cocco grattugiato
40 g di cioccolato bianco
30 g di cedro candito a dadini*
60-70 g di radice di zenzero
12 ml di panna fresca liquida
4-5 mandorle intere spellate
250 g di cioccolato fondente al 70%
 
* non ho trovato il cedro fresco per candirlo da sola come i limoni e le arance però ho acquistato un ottimo prodotto artigianale.
Spezzettare i due cioccolati separatamente. Decorticare lo zenzero. Sciogliere al microonde a potenza media per 30-40 sec il cioccolato bianco con la panna, unire il cocco e il cedro e una generosa grattugiata di zenzero fresco, regolando secondo il proprio gusto. Lasciar rapprendere e poi formare della palline, infine posizionare una mandorla sulla sommità di ogni pallina.
Sciogliere il cioccolato fondente come sopra e intingervi  le palline di cocco e zenzero.
 
 
 
 
BACI AL CAFFE' E NOCCIOLE
 



 
Dulcis in fundo, last but not least, non poteva mancare la mia mamma! anche se lei è diabetica e i cioccolatini non sono proprio l'ideale per la sua rigorosa dieta. Ma uno strappo per amore si può fare. Allora ho scelto per lei un cioccolatino amaro, col caffè, che le piace tanto. Inoltre con questo bacio sono stata molto fedele alla versione classica, con le nocciole, anche perchè un cioccolatino con le nocciole, come il bacio Perugina,  e un buon caffè offrono un piacere irrinunciabile.
 
Immagino la mia mamma mentre sorseggia il suo caffè e si gode il mio bacio mentre ascolta una romanza tratta da un'opera lirica, la sua grande passione che poi ha trasmesso pure alla figlia.
Quando leggerà, si commuoverà, io lo sto già facendo mentre scrivo. La mia dedica non poteva essere che musicale, ovvero l'intramontabile MAMMA del celeberrimo tenore  Beniamino Gigli che abbiamo canticchiato spesso insieme:
 
 
Mamma, son tanto felice
perché ritorno da te.
La mia canzone ti dice
ch'è il più bel giorno per me!
Mamma son tanto felice...
Viver lontano perché?
Mamma, solo per te la mia canzone vola,
mamma, sarai con me, tu non sarai più sola!
Quanto ti voglio bene!
Queste parole d'amore che ti sospira il mio cuore
forse non s'usano più,
mamma!,
ma la canzone mia più bella sei tu!
Sei tu la vita
e per la vita non ti lascio mai più!
Sento la mano tua stanca:
cerca i miei riccioli d'or.
Sento, e la voce ti manca,
la ninna nanna d'allor.
Oggi la testa tua bianca
io voglio stringere al cuor.
Mamma, solo per te la mia canzone vola,
mamma, sarai con me, tu non sarai più sola!
Quanto ti voglio bene!
Queste parole d'amore che ti sospira il mio cuore
forse non s'usano più,
mamma!,
ma la canzone mia più bella sei tu!
Sei tu la vita
e per la vita non ti lascio mai più!
Mamma... mai più!
 
 
E il papà? ghiotto di dolci dolci, sarà gelosissimo mentre leggerà questo post insieme alla mamma! Non ho fatto in tempo, dovevo pubblicare oggi perché domani la mamma subirà un intervento agli occhi e per qualche giorno sarà cieca e non potrà ammirare i suoi cioccolatini!! Al papi, glieli porto di persona i baci, la prossima volta che vado su a Boffalora, il paesello natio!!! Ne ho in mente uno adattissimo ai suoi gusti! 
 
 i baci "gnudi" al caffè e nocciole
 
 
Ingredienti per n. 6 baci
 
250 g di cioccolato fondente al 50% per la copertura + 40 g per la farcia
40  g di granella di nocciole + 6 nocciole intere
15 ml di panna liquida fresca
1 cucchiaio di caffè solubile amaro
 
 
Spezzettare il cioccolato.  Scioglierne 40 g  al microonde a potenza media per 30-40 sec  con la panna, togliere, mescolare ripetutamente affinché non rimangano grumi, aggiungere la granella di nocciole e il caffè continuando a mescolare. Lasciar rapprendere il composto e poi formare delle palline. Posizionare sulla sommità una nocciola. 
Sciogliere il restante cioccolato  come sopra e intingervi  gli gnudi al caffè e nocciole.
 
 
 
 
 
 

LA FINALE DI DOLCE POMODORO, MEDITERRANEA BELFIORE

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Loretta Fanella, pastry chef di fama internazionale,  in un meraviglioso ritratto dell'amico fotografo Lido Vannucchi, che ringraziamo per la gentile concessione.

Loretta è stata la protagonista principale di una giornata da incorniciare: 21 marzo 2014, la finale di DOLCE POMODORO, il gioco di Mediterranea Belfiore
http://www.mediterraneabelfiore.it/newsletter/mediterraneabelfiore-22.html

Ma facciamo un doveroso passo indietro. Mi frullava nella testa da tempo quest'idea di proporre un contest che avesse per tema il POMODORO nei dolci e con chi avrei potuto realizzarla se non con le amiche di Mediterranea Belfiore, con le quali collaboro da anni,  per la loro seconda edizione di  IN CUCINA CON IL CUORE?
Il tema era insolito ma non impossibile e già sperimentato.  All'inizio mi hanno guardata un po' stranite ma man mano che gli elencavo i possibili dolci con il pomodoro, gli angoli delle loro bocche prendevano una piega all'insù fino a diventare  un dichiarato sorriso di assenso!! Questo a fine novembre perché certe cose vanno programmate con largo anticipo soprattutto con il Natale di mezzo che per la Mediterranea Belfiore è un momento di grande lavoro!!  Definite le date del contest e la data della finale, ci serviva un personaggio famoso nel mondo della pasticceria che avrebbe potuto dare prestigio alla nostra giornata.
Abbiamo puntato in alto, pensando a Loretta Fanella, una pastry chef giovanissima ma con un curriculum invidiabile che vanta esperienze in cucine mitiche come quelle di  Ferran Adrià, Carlo Cracco e l'Enoteca Pinchiorri, capitata a Livorno per amore e che porta lustro alla sua città d'adozione. Ci siamo presentate  con semplicità e schiettezza e con tutto l'entusiasmo che ci contraddistingue  (non mi esprimo al plurale majestatis, intendo le Ciarlo Sisters, Simonetta, Emiliana ed Antonella e la sottoscritta naturalmente!).  Loretta ha risposto all'appello, ci siamo viste, piaciute e prese!! Si è dimostrata subito entusiasta dell'idea di realizzare un dolce con il pomodoro che, come mi ha confidato, aveva preso in considerazione durante le sue sperimentazioni ma mai concretizzato. Garbata, modesta,   molto disponibile e, inutile dirlo, grande professionista, tenace, seria e puntuale.
 

Loretta, ritratta durante il nostro primo incontro nella sede di Mediterranea Belfiore, simpatica e sportiva, salta sul bancone e si fa fotografare mentre scruta il vaso vuoto, chissà che salterà fuori da quel vaso?
 
Per chi ancora non la conoscesse, suggerirei questo bell'articolo di Identità Golose, scritto da Alessandra Meldolesi, che ne fa un veloce ma significativo ritratto professionale.
 
DOLCE POMODORO ha avuto un buon riscontro, considerando il tema alquanto particolare e soprattutto considerando l'inflazione di  concorsi gastronomici  che imperversano su web, giornali e tv.  24 le ricette pervenute, 5 le ricette scelte da Loretta per la finale:
 
Shamira Gatta, Livorno,  blog Lovely Cake con MACARONS ALLE ROSE CON CONFETTURA DI POMODORI ALLA VANIGLIA E RUM
 
Cristiana del blog  Beuf à la mode, Roma,  con TOMATO CAKE
 
Silvia Iacoponi, Castiglioncello, blog  Pane e pomodoro (come poteva mancare? con un blog con quel nome e finalista pure lo scorso anno) con i CAKE POPS AL POMODORO PICCANTE
 
Roberta Piazza, non blogger, titolare di Marina Hemingway, Rosignano S.,  con un CRUMBLE DI POMODORO CANDITO ALLE SPEZEIE E GELATO ALLO YOGURT
 
Brittny Alys, da Portland, Oregon a Cecina (un'altra emigrata per amore, come me del resto), blog PIU' SALE con un CHEESE CAKE DI POMODORO AL PROFUMO D'ARANCIA
 
Quindi, quasi tutte del posto, felicissime di partecipare e sottoporre personalmente le loro creazioni alla giuria composta dalla stessa Loretta Fanella, la chef Deborah Corsi e i giornalisti enogastronomi Eleonora Cozzella, Irene Arquint, Giuseppe Calabrese e Paola Mencarelli.
L'unica "forestiera" era  Cristiana che, eccitatissima, ha sistemato "la figliolanza" come dice una mia cara amica, e s'è fatta Roma-Cecina A/R (6 ore d'auto buone buone) in un giorno pur di essere presente!!
 
E ora lascerei parlare le foto perché sono molto attese da tutti!!
 
Lavoro di squadra! Nella cucina di Mediterranea Belfiore: Emiliana e Antonella Ciarlo, Silvia Iacoponi riempiono i vasetti per gli assaggi del pubblico secondo le direttive della pastry chef Loretta Fanella
 
Loretta prepara il suo DOLCE POMODORO, quello da esibire!
 
Silvia  e Cristiana scherzano in cucina
 
 
 Roberta, Brittny, Silvia, Cristiana, manca Shamira che purtroppo non è potuta essere presente ma ci ha fatto avere i suoi macarons!
 
La nostra simpatica, puntigliosa giuria, a sx in primo piano Deborah, seguono Giuseppe "beato fra le donne" ed Eleonora, a dx in primo piano Irene, poi  Loretta e Paola
 
Inizia la sfilata! I piatti vengono serviti direttamente alle autrici, tranne i macarons che toccano a me, così almeno ho una foto anch'io, grazie Silvia!
 
Ringrazio Irene per la foto
 
All'occhio vigile e attento non sfuggirà un particolare....manca una rosellina, non era studiato, mancava proprio ma l'abbiamo "venduta" come una differenziazione per il giudice uomo, e poi rivelato con gran risate di tutti....necessità fa virtù no?
 
 
 Dolcissima e timidissima Brittny con il suo americanissimo cheesecake mediterraneizzato, in tutti i sensi!!
 
 
 
Segue la spumeggiante Roberta che incanta tutti con il suo impeccabile crumble che risulterà infatti vincente!
NB: perfezionista, si è portata pure i piatti per la presentazione....la classe non è acqua!!
 
La nostra  vichinga de Roma dallo sguardo divertito/perplesso esce con il suo TOMATO CAKE
 
 
E poi ecco Silvia per un gran finale ad effetti speciali con i suoi  CAKE POPS!!!
 
 
 
 
 
Dopo una lunga consultazione, soprattutto per fare le somme dove ci sono state divergenze circa il metodo di calcolo (sto prendendo in giro la giuria, loro lo sanno.....) la nostra ospite d'onore nonché presidente di giuria Loretta Fanella legge il verdetto:
 
1° classificata: Roberta Piazza con il
CRUMBLE CON POMODORI CANDITI AL PROFUMO DI SPEZIE E GELATO ALLO YOGURT
 
2° classificata: Brittny Alys con
CHEESECAKE DI POMODORO AL PROFUMO D'ARANCIA
 
3° classificata: Silvia Iacoponi con i
 CAKE POPS AL POMODORO PICCANTE
 
Foto di rito come ad un matrimonio, prima le finaliste (tutte bionde e anche l'assente Shamira è bionda!!!)  con i loro premi e  Loretta, poi i finalisti con l'intera giuria e le sorelle Ciarlo di Mediterranea Belfiore e poi ancora la giuria immortalata con gli omaggi ricevuti: letteralmente secchi di prodotti Mediterranea Belfiore che hanno riscosso grande successo!!
 

 
 
Dopo le premiazioni, è seguita una piccola pausa occupata dalla  visita guidata per i giornalisti, con simpatici infiltrati,  all'impianto di produzione delle salse di pomodoro e degli altri prodotti Mediterranea Belfiore mentre il resto dello staff preparava per lo show di Loretta.
 
Alle h 18.00, un pubblico numeroso, composto da amici e clienti abituali dell'azienda ma anche molti volti nuovi, richiamati dall'evento, si è riversato nello spazioso punto vendita di San Pietro in Palazzi. Anche  pasticceri della zona e cuochi amici tra cui Emanuele Vallini e Luciano Zazzeri, Lorenzo Giglioli, Pietro Paolo Barsacchi, nuove amiche food blogger come Monica Pucciarelli di Cucinando tra le nuvole, l'amica giornalista Daniela Mugnai,  hanno reso omaggio a Loretta che è stata semplicemente meravigliosa.
 
 
Presentata con stile  elegante ed impeccabile dall'amica Eleonora Cozzella, affiancata da Roberta, promossa "sous pastry chef" sul campo in qualità di vincitrice, Loretta ci ha offerto uno spettacolo di altissimo livello, quale è la sua pasticceria, rivelandoci  tutti i passaggi per la creazione del suo DOLCE POMODORO e mentre farciva il pomodoro, farciva l'esposizione anche con consigli, trucchi, aneddoti, considerazioni personali e i suoi occhi brillavano di gioia alla vista dei bambini appiccicati al bancone che seguivano con stupore la sua ludica creazione!
 
 
 
Adulti e piccini incantati dalla grazia di Loretta e dal risultato finale del suo lavoro: un pomodoro di cioccolato bianco colorato di rosso e oro, come quello del banner di DOLCE POMODORO,  con tanto di piccioli e foglie realizzati con cioccolato bianco e polvere di tè verde, farcito con un cake ai Filetti di pomodoro canditi, cremoso alla Freschissima, mousse di mandorla, biscotto, polvere di violetta e salsa ai lamponi, inserito nel vaso dei filetti di pomodoro Mediterranea Belfiore che tutto il pubblico ha avuto l'opportunità e  il piacere di assaggiare!
 
 
Un capolavoro di equilibrio e delicatezza, ludico nel concept e spettacolare dal punto di vista estetico che per Loretta è importante quanto il gusto, tanto  da farne il leit motiv delle sue creazioni, molte delle quali, già divenute veri cult della pasticceria come L'ORA NEL DOLCE , esibito anche su Rai1,  sono state racchiuse  in un libro raffinatissimo,  OLTRE, Vandenberg Edizioni, con meravigliose  immagini che inviterebbero a leccare le pagine!!
Il libro era a disposizione del pubblico per la vendita, in occasione dello show,  grazie alla collaborazione con la Libreria Lucarelli di Cecina e Loretta ha firmato con dedica personalizzata ogni copia venduta.
 
Ancora un po' di immagini.....
 
Loretta con il suo DOLCE POMODORO
 
......con Luciano Zazzeri
 
.....con  Roberta Piazza, sua assistente speciale!
 
...gli assaggi per il pubblico, oltre il dolce di Loretta, anche quelli dei finalisti di DOLCE POMODORO
 
A fine giornata eravamo tutte stanche morte  ma molto soddisfatte, contentissime del successo ottenuto e della bella atmosfera in cui si è svolta sia la gara che l'esibizione della nostra fantastica  ospite d'onore con la quale stanno già nascendo delle nuove idee di collaborazione.

Un sentito grazie a Loretta, alla nostra simpatica giuria, a tutti i partecipanti, all'efficiente staff di Mediterranea Belfiore e a tutto il pubblico intervenuto che ha dimostrato il suo affetto a Mediterranea Belfiore e ha fatto graditi e meritati complimenti alle bravissime sorelle Ciarlo!

E arrivederci al prossimo anno con una nuova edizione di IN CUCINA CON IL CUORE!
 
 
 
 
 

UNA TORTA SGANGHERATA PER L'MTC N 47

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Lo so che farei meglio a non pubblicare, per decenza, rischio l'espulsione dall' Mtc con questo sgorbietto. Una torta brutta, sgangherata e pure dietetica!! Eppure non resisto ad immortalarla perché, come spesso mi capita, grazie alla magia e all'atmosfera speciale dell'emmetichallenge, che ti fa scavare nei ricordi e ti fa attingere a situazioni, affetti, momenti, più o meno importanti ma sicuramente unici,  questa torta ha, per me,  un valore altamente simbolico ed affettivo.
 
In un tempo imprecisato della mia infanzia, il ricordo è un po' nebuloso, forse ero alle elementari, ma tant'è, nell'amarcord mi appare quest'immagine: mia mamma che compera al mercato delle briochine confezionate così insignificanti che deve truccarle per sbolognarcele e le ricicla quindi inventandosi  un dolcetto d'emergenza (che poi sarebbe diventato un suo cavallo di battaglia), una domenica che non aveva fatto l'abituale crostata o zuppa inglese (i primi dolci in assoluto che ho imparato a fare), ovvero le taglia a metà, le imbeve con del caffè e il primo liquore che trova (forse marsala che la nonna teneva sempre in dispensa), le spalma con la nostra marmellata di prugne (quelle nere oblunghe, di fine estate, marmellata che facevamo sempre e si usava per le crostate), dello yoghurt (qualsiasi gusto a disposizione) e poi le completava con una spolverata di zucchero a velo e cannella. Ma quanto ci piaceva quel dolcetto-riciclo, e adoravamo la mamma per quell'invenzione geniale!!
 
Ecco, quando mi sono cimentata col pan di spagna, tema dell'Mtc n. 47 di questo mese d'aprile, proposto dalla bravissima Caris, non avevo assolutamente idea di come farcirlo nè di come comporre una torta.
 
Incomincio a montare nella planetaria le uova con lo zucchero secondo le istruzioni, poi mi viene un dubbio a proposito della farina, mando un messaggio a Tamara, che so essere rapidissima nelle risposte, infatti reagisce all'istante: "noooooooo, la farina devi incorporarla a mano, guai ad usare la frusta!! (io chiedevo appunto se dovessi continuare a montare mentre versavo la farina) anzi usa proprio le mani così senti e sciogli eventuali grumi."
 
 
Procedo, mi sembra che stia andando tutto bene. Riempio due teglie d'alluminio, quelle che avevo a disposizione, non sono molto attrezzata per i dolci e non ho comperato niente ad hoc, lo ammetto! Beh inforno, sforno, ecco uno dei due, bello gonfio e ben cotto! Ero più che soddisfatta ma....
 
 
Poi li lascio lì e ceno. Dopo cena si erano seduti e ritirati.
 
"Tamaraaaaaaa! Help!"
E lei "strano, non dovrebbe farlo...ma l'hai tolto dalla teglia e messo  su una griglia ad asciugare?"
"ehm....no, merda! ecco dove ho sbagliato!!! lo levo subito di lì...."
"Ma non hai letto il post di Caris?"
"Sì, la settimana scorsa! E non ti dico dove l'ho cotto perché mi scomunichi......"
SCOMUNICATA PER DIRETTISSIMA!!
Ma non demordo, l'indomani li avrei tagliati e farciti. 
Pan di spagna grigliato?
 
Sembra ben cotto ma so che non è un gran pan di spagna!
 
A quel punto ho deciso che quel pan di spagna era come le briochine del mercato di tanti anni fa, andava truccato  e riciclato in tutti i modi. Mi scatta l'amarcord e lo farcisco proprio come faceva la mamma, con quello che offriva frigo e dispensa:
 
 
Commetto però l'ennesimo errore, perché mi sembrava un'ideona metterlo sulla griglia per farcirlo e glassarlo e cospargere i bordi con della granella di mandorle, così quella che cadeva la recuperavo.....già....in teoria, quando si è trattato di spostarlo dalla griglia al piatto, ho fatto un disastro, l'ho ricomposto alla bell'e meglio ma questo è il risultato:
 
 
Va beh, visto che ci sono metto anche la ricetta, per il pan di spagna bisogna assolutamente fare riferimento al post di Caris e leggerlo attentamente, non come me. Ho dimezzato le sue dosi e ho scelto il montaggio a freddo, per il resto è una non ricetta in realtà!
 
Per 4 porzioni abbondanti:
 
250 g di yoghurt intero cremoso non dolce
100 g di marmellata di prugne casalinga
80 ml di caffè espresso lungo
2 cucchiai di rhum scuro
50 g di granella di mandorle (non tostata)
zucchero a velo vanigliato e cannella in polvere qb
 
Con l'impasto ottenuto ho riempito due teglie rettangolari cm 15x21. Cotto secondo istruzioni. Poi ho ritagliato i rettangoli di pan di spagna in 3 quadrati 15x15, il resto l'abbiamo consumato semplicemente tostato in forno e cosparso di marmellata la mattina a colazione.
Ho bagnato il pan di spagna con caffè e rhum, farcito con marmellata e yoghurt e l'ultimo strato l'ho spolverato con zucchero a velo e cannella.
 
Brutto ma buono, facile e veloce e non eccessivamente pesante grazie allo yoghurt.
 
 
 
 
 

TRE RICETTE PER CAFFE' DAI DAI

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http://www.daidaitoscana.it/ricette/ricette_contest.html

Quando tempo fa Daniele di Le Nostre Ricette mi anticipò la sua idea di lanciare un contest in collaborazione con la Gelateria Artigiana e Caffé Dai Dai di Castiglioncello, avevo già intuito che non sarebbe stata una passeggiata quella di  creare dei dolci con prodotti pronti. Prodotti eccellenti, quelli della gelateria artigianale Dai Dai,  che hanno bisogno di pochi accessori, per non perdere la connotazione di protagonisti assoluti quali sono. Sfida impegnativa, pertanto stimolante, a cui non potevo sottrarmi da buona castiglioncellese, anche se non doc.
 
Conosco il Dai Dai da quando ho incontrato colui che sarebbe diventato in seguito mio marito, nel lontano 1986, e ho iniziato a frequentare Castiglioncello, che è diventata poi la mia casa nel 1989. Scorrono molte immagini nella mia mente al solo pronunciare il nome Dai Dai, momenti piacevoli, serate indimenticabili, il luogo è semplicemente incantevole, immerso in un giardino naturale a macchia mediterranea, affacciato su una delle baie più belle di tutta la costa tirrenica, per non dire italiana,  quella del Quercetano. Ahimè, è scattato l'amarcord e gli  amarcord sono anche dolorosi perché alcuni protagonisti di quel luogo mitico non ci sono più ma il loro spirito è sempre presente: il mitico Marcello Bartoletti, protagonista indiscusso della Castiglioncello degli anni d'oro, gli anni '50 e '60, che ha lasciato la sua preziosa eredità ad uno dei figli, il compianto Tony, scomparso pochi anni fa. Tony, dotato  di grande verve e simpatia, ha iniziato negli anni '80 l'attività di gelateria artigiana, rilevando una storica produzione locale, portandola al successo internazionale in pochi anni. Qui l'interessante storia della leggendaria "cassatina dai dai". Era amico di mio marito,  ci accoglieva sempre con grandi sorrisi e si tratteneva a lungo a chiacchierare con noi, ci mostrava le novità, ci raccontava i suoi progetti. La sua perdita prematura ci ha molto rattristati.
L'attività prosegue ancora di padre in figlio, ora è il turno di Bernardo, figlio di Tony che mostra grande determinazione e a al quale auguro un grande e duraturo successo.
 
Una premessa doverosa per esprimere il profondo affetto e stima che provo nei confronti della famiglia Bartoletti, dei loro ottimi prodotti e l'ammirazione per l'invidiabile ubicazione del laboratorio e Caffé Dai Dai.
Una delle ricette che presento per il contest UNA RICETTA PER IL CAFFE' DAI DAI, Otello e Desdemona è dedicata infatti a Tony.
 
Il regolamento richiede : "Una ricetta per CAFFE' DAI DAI"

con lo scopo di unire la tradizione dell’azienda nella produzione di gelateria di eccellenza con la creatività, il gusto, la passione dei partecipanti, per dare vita a una ricetta, un piatto, di qualità, da inserire nei menù della caffetteria e dei ristoratori clienti della gelateria DAI DAI.......
La giuria sarà composta da un titolare dell’azienda DAIDAI, un pasticcere, una chef e un esperto del settore. La giura valuterà i piatti sulla base della Presentazione, Originalità, Gusto, Ripetibilità di realizzazione....."

Prodotti a disposizione per le nostre sperimentazioni:

Mattonella alla panna
Pezzo duro al pistacchio
Tartufini
Meringa
Panna Cotta


OTELLO & DESDEMONA


Parto dall'omaggio a Tony. Nella gamma dei prodotti Dai Dai c'è una torta panna e cioccolato che si chiama Orazio, anni fa c'era anche la torta Otello, che divertiva molto Tony quando ce la proponeva, era simile ad Orazio ma era tutta di cioccolato, interamente nera, dunque, come l'Otello shakespeariano. Nel mio immaginario Desdemona è bionda, in netto contrasto con il suo amante  moro, protagonista della tragedia; ho rappresentato dunque questa contrapposizione con il nero dei tartufini e della liquirizia che impregna il pan di spagna e il biondo/giallo della crema allo zafferano che farcisce la torta che ho intitolato Otello e Desdemona appunto.
E' un dolce un po' vintage nella forma, da servire al coltello  oppure può diventare un finger food più trendy, se composto in piccoli coppa pasta mono porzione, ognuno con un tartufino in superficie. Gli ingredienti non hanno una stagionalità pertanto è un passe par tout adatto ad ogni occasione e per ogni momento dell'anno.
 
Ingredienti per n. 2 tortine, diametro cm 10 = n. 10 mini porzioni
 
n. 2 dischi di pan di spagna 24 cm diametro, 1,5 cm altezza (ricetta pan di spagna qui)
n. 2 tuorli d'uovo bio
n. 2 cucchiai di zucchero semolato
n. 1 cucchiaio  di maizena
200 ml di latte fresco parzialmente scremato
100 ml di panna liquida fresca
una scorzetta di limone non trattato
1/4 di stecca di vaniglia Bourbon
1-2 bustine di zafferano in polvere di ottima qualità o un cucchiaino di pistilli
3-4 pasticche dure di liquirizia purissima
150 ml d'acqua
10 tartufini Dai Dai
Zucchero a velo vanigliato e polvere di cacao amaro qb
 
Se si usano i pistilli di zafferano, mettere a macerare i pistilli nel latte per una notte, in frigorifero.
Se si usa lo zafferano in povere, mescolarlo con lo zucchero e la farina. Lavorare i tuorli con lo zucchero e la farina, aggiungere a filo il latte freddo mescolando per non formare grumi. Incidere la stecca di vaniglia, raccogliere i semini con un cucchiaino, aggiungerli al latte insieme ad una scorzetta di limone non trattato. Far addensare a fuoco dolce mescolando continuamente. Raffreddare, infine togliere la scorza di limone.
Montare la panna e incorporarla delicatamente alla crema ormai fredda con una spatola con movimenti circolari dal basso verso l'alto. Porre in frigo.
 
Sciogliere le pasticche di liquirizia con l'acqua in un pentolino, a fuoco dolce  (per una versione alcolica, in alternativa si può usare un liquore alla liquirizia diluito con acqua a seconda del proprio gusto). Far raffreddare.
 
Ritagliare dal pan di spagna, per mezzo di un coppa pasta da 10 cm di diametro, 6 dischi.
Porre il primo disco all'interno dal coppa pasta, appoggiato su una superficie piana, rivestita di pellicola, bagnarlo un poco con il liquido alla liquirizia, fare uno strato di crema allo zafferano, un altro disco di pan di spagna, bagna alla liquirizia, crema allo zafferano e terminare con un disco di pan di spagna sempre imbevuto di liquirizia.
NB: Suggerisco di fare delle prove con i ritagli di pan di spagna per regolarsi sulla quantità della bagna e assaggiarla insieme alla crema, perché la liquirizia può risultare molto invadente, si deve trovare il giusto equilibrio gustativo fra liquirizia e zafferano, due gusti protagonisti ma che, se saputi dosare, sono meravigliosi insieme ed entrambi vanno d'amore e d'accordo con il cioccolato dei tartufini Dai Dai!
 
Sfilare il coppa pasta e ripetere l'operazione per la seconda tortina.
Porre in freezer fino al momento di utilizzo.
Togliere dal freezer insieme ai tartufini  ca 30 min prima del consumo per una versione semi-freddo oppure lasciar scongelare completamente, un'ora almeno, per una versione torta cremosa. 
Servire con una spolverata di zucchero a velo vanigliato, una strisciata di cacao in polvere e i tartufini posizionati sulla superficie, proprio come le ciliegine sulla torta...


 
 
 
PANNA COTTA CON SALSA AL PONCE LIVORNESE
  E VELA CROCCANTE 

 
Ho giocato spesso con gli ingredienti del ponce livornese, riproponendoli in altre preparazioni dolci come il soufflé glacé al ponce livornese o il babà che parla livornese.
Per chi non è di Livorno, rimando a questo post per un approfondimento sull'origine, storie, aneddoti e curiosità e ricetta del vero Ponce Livornese, cioè caffè espresso, rhum fantasia (una miscela prodotta appositamente, guai a sciupare un rhum delle Antille) o mastice (liquore all'anice), zucchero e scorza di limone (la vela).
Qui il ponce viene addensato e usato come salsa d'accompagnamento della panna cotta, opterei per servirla a freddo, la vedrei bene calda magari sulla mattonella alla panna.
La "vela" cioè la scorzetta di limone che accompagna sempre il ponce, ha un significato preciso che ho appena scoperto, rileggendo le varie fonti che parlano del ponce. Anticamente c'era la consuetudine di strofinare con una scorzetta di limone i bordi dei bicchieri per disinfettarli un po', vista la scarsa igiene, la cosa buffa è che dopo aver pulito bene i bordi, pare che la stessa scorzetta finisse nella bevanda, galleggiando a mo' di vela bagnata, da qui il nome.
In ricordo della vela, ho pensato ad una cialdina croccante al limone con semi di anice che rimandano alla mastice e così c'è proprio tutto.
 

Ingredienti per 6 panne cotte

n. 6 panne cotte Dai Dai

per le vele croccanti (dosi per ca 15-16 cialde, 4-5 cm diametro)
20 g di farina bianca 00
20 g di fecola di patate
40 g di albumi d'uovo bio
30 g di zucchero a velo
30 g di burro
2 g di semi di anice
2 limoni grandi non trattati

2 bicchierini di ponce livornese (= 2 di caffè espresso, 1 di rhum fantasia, 2 cucchiaini di zucchero)
la puntina di un cucchiaino di polvere di xantana

Scongelare le panne cotte
Mescolare la farina con la fecola e lo zucchero a velo, unire il burro fuso, montare con una frusta e infine aggiungere  gli albumi leggermente sbattuti, unire la scorza grattugiata di un paio di limoni e due cucchiaiate di succo, i semi d'anice schiacciati o tritati e continuare a lavorare con la  frusta fino ad ottenere un composto omogeneo.
Rivestire con carta da forno una leccarda, imburrare leggermente, versare delle cucchiaiate di pastella, livellandola con una spatola in uno spessore finissimo (1-2 mm) in modo da formare delle cialdine tonde da 4-5 cm di diametro. Cuocere le cialdine in forno a 170-180° per una decina di minuti. Toglierle dal forno e lasciarle raffreddare, raffreddando diventeranno croccanti.
 
Preparare 2 ponci, mettendo lo zucchero negli appositi bicchierini di vetro, aggiungere il rhum fantasia fino a metà bicchiere, poi dare vapore con il cannello della macchina espresso, infine colmare il bicchiere col caffè espresso. Lasciar raffreddare. Stemperare la puntina di un cucchiaino di polvere di xantana con qualche goccia di ponce, poi unire tutto il liquido mescolando bene fino ad ottenere una salsa abbastanza densa. In alternativa si può utilizzare un cucchiaino di fecola di patate, diluendola con il ponce caldo. La xantana ha il vantaggio di addensare a freddo ed è assolutamente insapore.
 
Sformare le panne cotte nei singoli piatti da portata, mettere la salsa al ponce in un biberon con beccuccio medio, dare un giro intorno alle panne cotte infilzate con mezza cialdina, cospargere con un po' di scorza di limone grattugiata al momento e qualche seme d'anice.
 
 
 
MATTONELLA DI FERRAGOSTO
 

e 3! a dire il vero questa è la seconda versione dell'idea iniziale che mi sono accorta, rileggendo bene il regolamente, non essere adatta ai requisiti di facilità di riproduzione e ripetibilità.
L'originale era questa, che presenta anche un errore tecnico: cremino di mattonella dai dai con stracciatella di piselli alla menta, coulis di nespole, croccante di farro soffiato. Troppo complessa per il contest ma assolutamente da provare perché la combinazione dei gusti è molto gradevole e non banale oserei dire:


La stracciatella di piselli (meringa italiana, purea di piselli, panna montata, menta fresca e gocce di cioccolato) ha una consistenza diversa dalla mattonella, si vede dalla foto che è nettamente più ghiacciata, forse bisogna mettere più panna ma  è difficile da gestire e da abbinare alla mattonella ma ho già in mente di riciclare gli abbinamenti, prossimamente su questo blog....
 
Per questo ho sfruttato l'idea della composizione ma cambiato gli ingredienti e snellito i passaggi. La mattonella è perfetta con la frutta fresca di stagione, al naturale o in macedonia, così le consistenze sono decisamente diverse ed offrono un piacevole contrasto.
Compero sempre frutta e verdura ai banchi del mercato, direttamente da produttori che conosco personalmente,  ma al supermercato ho visto l'anguria (o cocomero come si dice in Toscana) e mi si è accesa la lampadina. Ho fatto uno strappo alla regola perché i cocomeri non sono proprio di stagione ora ma non ho resistito, ho pensato ad una mattonella tipicamente estiva perché il cocomero richiama l'estate piena, disseta, dona frescura nel solleone di ferragosto o ancora meglio, consumata in abbinamento alla mattonella alla panna, seduti  ai tavoli del caffè Dai Dai. Inoltre ho voluto riproporre  anche una cosa che da bambina mi piaceva tantissimo e che si prendeva con gli amici dopo una bella biciclettata lungo il Naviglio,  al caffè della "Netta" del mio paesello, la granita alla menta col gelato alla panna. Una vera goduria!!
 
Et voilà!
 
 
Ingredienti
 
1 mattonella Dai Dai alla panna
1 fetta d'anguria
3-4 fragole molto mature
1 cucchiaio di sciroppo d'amarena (o ciliegie fresche mature, tipo vignola + zucchero)
polvere di xantana
cannella in polvere 
20 foglie di menta fresca + foglioline per decorare
150 ml acqua
1 cucchiaio di zucchero semolato
gocce di cioccolato amaro
 
Affettare l'anguria nello stesso spessore della mattonella e poi ritagliare un rettangolo delle  stesse dimensioni di metà mattonella.
Togliere la buccia all'anguria rimasta, tagliarla a tocchetti e metterne una manciata nel bicchiere del frullatore, aggiungere 3-4 fragole e un cucchiaio di sciroppo di amarena, un pizzichino di xantana, frullare, aggiustare eventualmente di zucchero, se necessario,  e condire con un pizzico di cannella.
Mettere al fuoco l'acqua con lo zucchero e le foglie di menta. Portare a bollore e lasciar andare per qualche minuto. Togliere le foglie dallo sciroppo, metterle in una tazza, aggiungerne alcune fresche, frullarle con 50 ml d'acqua ghiacciata e poi passare al colino, per ottenere un'acqua più colorata. Aggiungere l'acqua verde allo sciroppo di menta. Porre in un recipiente in freezer.
Quando il ghiaccio si sarà formato, togliere dal freezer, lasciare 5-10' a temperatura ambiente e poi grattare con un cucchiaio la superficie del ghiaccio per ottenere la granita, mescolarla bene e riporre in freezer fino all'utilizzo.
 
Pronti per impiattare! Versare qualche cucchiaiata di coulis di frutta rossa in un piatto da portata. Decorare i bordi con foglioline di menta e gocce di cioccolato (che non sono solo di bellezza ma sono molto buone da mangiare insieme a tutto il resto ovviamente). Togliere dal freezer la mattonella, dividerla in due parti nel senso della larghezza, inserire la fetta di anguria fra le due metà, posizionare la composizione nel centro del piatto, guarnire la superficie con un po' di granita, due foglioline di menta fresca,  disporre anche intorno al piatto qualche granello di granita ben ghiacciata e gustarsi l'estate!
 
 
 
Per oggi può bastare!
 
 
 
 
 

 










 


MACEDONIA DI FRUTTA E VERDURA AL MOSCATO D'ASTI CON MERINGA DAI DAI

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Una macedonia di frutta e verdura al Moscato d'Asti con meringa Dai Dai, l'ultima mia proposta, nell'ultimo giorno utile per partecipare al contest UNA RICETTA PER CAFFE' DAI DAI, organizzato in collaborazione con Daniele Fedi, Le Mie Ricette

http://www.daidaitoscana.it/prodotti/meringa.htm
Un'idea semplicissima, ancora in tema estivo: la macedonia col gelato ma in una forma diversa. L'ispirazione mi è stata fornita dalla forma triangolare della golosissima  "meringa" Dai Dai,  semifreddo alla panna con pezzi di meringa croccante.
L'idea originale era quella di dividere il triangolo in tre piccoli triangoli e comporre una riga da posizionare in diagonale in un piatto quadrato o tondo, alternando mucchietti di macedonia e triangoli di meringa. Il taglio non si presentava semplice e con queste temperature, il semifreddo, estremamente cremoso, si scioglie subito. Anche ricorrendo allo stratagemma di mettere in freezer il piatto, componi, metti in posa, cerca la luce e l'inquadratura giusta ed è già bell'e sciolto!! Mi accontento di dividere il triangolo a metà. All'ultimo ho cambiato il piatto ed è andata a farsi benedire anche la diagonale! Comunque la macedonia è buona e la meringa strepitosa!
 
Come mia abitudine, cito la fonte di ispirazione per la macedonia di frutta e verdura marinata al moscato, ovvero l'amica chef Deborah Corsi. Avevamo preparato una macedonia simile durante il nostro corso Né Carne Né Pesce del marzo 2011, ma leggermente più elaborata, la versione originale qui. Un'idea che ho già riciclato più volte, in varie versioni, a seconda della frutta e verdura di stagione e che mi piace moltissimo perché si creano dei piacevoli contrasti fra le varie consistenze, in un gioco di croccantezza, morbidezza,  dolcezza, freschezza ed aromaticità, il tutto esaltato  dal moscato! Un mix che si sposa perfettamente qui con la voluttuosa avvolgenza e dolcezza della panna e la friabilità della meringa.
 
 
Ingredienti per 4 porzioni
 
4 triangoli di Meringa Dai Dai
2-3 albicocche piccole
1 pesca nettarina gialla media
1 carotina piccola
1 zucchina piccola
1 gambo di sedano
una manciata di ciliegie
(eventualmente ci sta bene anche un po' di melone ma c'erano già troppi arancio)
semi di coriandolo
menta e basilico freschi
1/2 bottiglia di moscato d'Asti a fermentazione naturale
 
Lavare tutte le verdure e la frutta. Pelare la carota, tagliare la zucchina a metà nel senso della lunghezza, privarla di parte del bianco, tagliarla a bastoncini e poi a tocchetti piccoli.
Tagliare a rondelle o a tocchettini anche la carota e il sedano.
Mettere a marinare le verdure nel moscato ben freddo, con i semi di coriandolo schiacciati, alcune foglie di menta e di basilico. Riporre in frigorifero per ca 30 min. Aggiungere infine la frutta, tagliata a tocchetti più grossi delle verdure, e marinare altri 15-20'
 
Disporre su un piatto da portata tre mucchietti di macedonia, scolati dalla marinata e distanziati fra loro in modo da lasciare lo spazio per i triangoli di meringa, cospargere con alcune foglioline fresche di menta e basilico.
Togliere le meringhe dal freezer, tagliarle a metà e posizionare su ogni piatto i due triangoli ottenuti, in piedi o sdraiati e servire
 
triangoli in piedi...
 
 
e....sdraiati....a ciascuno il suo....
 
 
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